"-Ti dirò una cosa Fred, tesoro per denaro ti sposerei subito! . . E tu  sposeresti me per denaro?
-Immediatamente...
-Meno male che nessuno dei due è ricco? eh...?
-Già?"

Chi è Holly Golightly? E chi è Lulamae Barnes? Chi è l'esuberante e un po' maliziosa vicina del nuovo inquilino Paul Varjak (George Peppard) di un tranquillo condominio di New York?  Sono queste le domande che affiorano con più insistenza nella mente dello spettatore mentre assiste a questo splendido film tratto dal romanzo omonimo di Truman Capote; le risposte non sono immediate, il personaggio di Holly è estremamente complesso, dietro al suo viso che comunica tutto il suo carattere estroverso si nasconde una vita misteriosa, un passato difficile che Paul scoprirà piano piano portando alla luce tutta la fragilità di Lulamae, un cuore di cristallo così restio a legarsi alle persone per paura di soffrire.

Questo carattere mutevole e affascinante viene portato sul grande schermo da una straordinaria Audrey Hepburn, che dopo la nascita del figlio Sean (..."mi sentivo una tigre") riesce a costruire il suo personaggio più difficile, lontano dal suo carattere timido e lo fa in modo magico nonostante Capote volesse inizialmente la Monroe (ma si ricrederà quasi subito). Dunque Holly vive sola, con le sue feste bizzarre e piene di gente totalmente sconosciuta rende la vita difficile ai poveri vicini di casa, con lei a tenerle compagnia solo un gatto, senza nome perchè "Se io trovassi un posto a questo mondo che mi facesse sentire come da Tiffany... comprerei i mobili e darei al gatto un nome!", ecco Tiffany, il tempio del lusso e dell'apparenza, del superfluo, il film si apre proprio con questa bellissima sequenza in cui Holly dopo una delle sue notti di baldoria scende dal taxi e si avvicina alle vetrine di Tiffany, e con uno sguardo completamente perso si abbandona alla sua colazione e compie il suo rito, deve scacciare le paturnie. Probabilmente tutti i suoi sogni iniziano e finiscono in quelle vetrine, Holly è un'arrivista, apparentemente, vuole sistemarsi con un ricco miliardario e questo tradisce fin da subito il suo bisogno di sicurezza e allora affiora la bambina povera Lulamae, che un tempo poteva contare solo sull'aiuto del fratello Fred, ora nell'esercito. Holly vede fin da subito in Paul il volto sicuro del fratello, lo scrittore squattrinato e in crisi "-Ha una magnifica macchina.../-Che scrive soltanto cose crude, intensamente sentite e promettenti. /-Non c'è il nasto però/-...non c'è...?/-No" capirà a sue spese chi è veramente la sua vicina, non una donna semplicemente aperta e superficiale, una ragazza ferita con un enorme bisogno d'amore.

Una storia affascinante e struggente, dalle scene memorabili, una su tutte quando Holly si invaghisce di un ricco propietario terriero brasiliano e cucina per Paul una sorta di riso al cioccolato che nella pentola a pressione esplode schizzandoli completamente di cacao, oppure quando Holly alla finestra canta "Moon River" accompagnandosi alla chitarra, una scena splendida in cui la Hepburn canta  una delle canzoni più famose della storia della musica, scritta da Henry Mancini prorio per lei "... conoscevo  prefettamente il tono della sua voce, e sapevo che avrebbe funzionato a meraviglia per "Moon River". A oggi, nessuno l'ha mai cantata con altrettanto sentimento".

"Breakfast At Tiffany's" è alla fine un film semplicemente meraviglioso, divertente all'apparenza romantico in realtà una commedia immensa recitata in modo perfetto che deve essere vista assolutamente in lingua originale, alla Hepburn non si può toglierle la sua voce, grazie alla quale esprime tutta la disperazione, la felicità, la malinconia della sua Holly.

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