C’è tanta nostalgia anche solo dentro al nome Blink-182.

Perché il punto più alto di popolarità raggiunto dal trio pop rock coincide con un momento storico nel quale gli smartphone erano fantascienza, per registrare un videoclip in tv dovevi dargli la caccia col videoregistratore e la musica non era così facilmente (e gratuitamente) accessibile come adesso.

I Blink-182 sono dei sopravvissuti, un po’ perché sono ancora qui e a livello di successo se la cavano ancora discretamente, un po’ perché sopravvivere ad una scossa tellurica come l’abbandono del componente storico Tom DeLonge nel 2015 non deve essere stato facile. Mark Hoppus ed il formidabile batterista Travis Barker non si sono persi d’animo, ed hanno reclutato un peso massimo del pop rock americano come Matt Skiba degli ottimi Alkaline Trio. Dopo una serie di live di riscaldamento, si sono chiusi in studio ed hanno dato alla luce questo nuovo lavoro, il settimo in studio, dal titolo “California”.

Prodotto da John Feldmann (già alle manopole per All Time Low, 5 Seconds Of Summer e The Used), il nuovo lavoro rappresenta un parziale (e gradevole) ritorno alle origini. Ovviamente la cazzoneria degli esordi è meno presente, ed è normale visto che ormai parliamo di artisti quarantenni, ma comunque non mancano un paio di canzoni “scherzetto” in piena tradizione Blink come le rapidissime “Built This Pool” e “Brohemian Rhapsody”. In alcuni pezzi c’è un completo allontanamento dalle sonorità pasticciate del precedente “Neighborhoods” (davvero fuori fuoco) in favore di un tradizionale pop punk secco e diretto, vedi alla voce “She’s Out Of Her Mind”, “Rabbit Hole” (ottima) e “The Only Thing That Matters”.

In alcuni momenti rileviamo un’inedita spinta verso lidi stadium rock, come nella leggermente più complessa “Los Angeles”, in altri c’è un appesantimento del suono ed un eccessivo uso di cori (in particolar modo in “Sober”, dove il contributo alla scrittura di Patrick Stump dei Fall Out Boy si fa sentire in negativo).

In generale l’alchimia tra Hoppus e Skiba è ottima, il suono è ben amalgamato e i Blink sanno ancora scrivere grandi singoli come “Bored To Death”, perfetta per anticipare la varie anime del lavoro. E non mancano neppure le tracce killer da risentire a ripetizione, in particolar modo “Cynical”, l’opener dell’album che a detta di Hoppus ha dato l’impronta per il resto del disco.

Un buon ritorno “California”, non ai livelli dello splendido eponimo del 2003, ma nettamente superiore alla prova precedente ed un ottimo punto di ripartenza per la band statunitense.

Miglior brano: “Cynical”

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