Quando ero bambino, un giorno mio fratello portò a casa un disco che fece della musica la mia passione, il mio bene più grande.

A dieci anni grazie a lui ascoltavo Nirvana, Foo Fighters, Placebo e tante altre rock band di cui non mi ricordo.

Non ci volle molto perché in camera sua cominciassero ad apparire dischi dai suoni incredibili. Ricordo i pomeriggi che passavo ad ascoltare ad alto volume i dischi sul suo stereo quando non c’era, la stanza luminosa riscaldata dal sole.

Un giorno arrivò quel primo disco, ne seguirono molti altri.

Non ricordo le prime sensazioni che possa avermi dato. Ricordo il fascino che esercitava su di me l’involucro del cd. Era di cartone e non di plastica come al solito, ed aveva un’aria tremendamente aggressiva in tutto quel suo colore nero. Sul fronte poi vi erano dei piccoli negativi di ritratti rosso sangue.

Era “Melody of Certain Damaged Lemons” dei Blonde Redhead. Lo ascoltai così tanto che lo portai al piano di sotto, nel salotto, dove c’era la Play Station. Finii Crash Bandicoot a volume spento con i Blonde Redhead sotto.

Il mistero che permeava l’album alle mie orecchie di bambino è rimasto lo stesso ancora oggi, quando ho ripreso in mano quell’album polveroso e con i bordi ormai rovinati. Non ho mai trovato in musica una sensazione come quella che mi dà un brano come “For The Damaged CODA”: paura. Pura e semplice paura, un’ansia terrificante che non sai spiegarti, perché quello che stai ascoltando è meraviglioso ma ti terrorizza, ti rende inerme, svuotandoti.

Ecco perché non accetto un album come “Penny Sparkle”. Ecco perché mi piange il cuore a sentire questa merda elettronica da discoteca chill-out per mezze seghe.

Non solo i Blonde Redhead hanno una reputazione da mantenere in quanto alfieri di un indie-rock creativo come non mai; sono una parte di me, un mito che ha mosso la mia fantasia di bambino, ricordi e melodie che prendono vita insieme.

Ecco perché per me i Blonde Redhead hanno smesso di fare musica. Hanno avuto paura della bellezza dei loro ricordi.

Elenco tracce e video

01   Here Sometimes (04:43)

02   Not Getting There (02:46)

03   Will There Be Stars (04:27)

04   My Plants Are Dead (04:17)

05   Love or Prison (06:13)

06   Oslo (03:54)

07   Penny Sparkle (04:33)

08   Everything Is Wrong (02:49)

09   Black Guitar (05:19)

10   Spain (04:55)

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Di  Grace_dreamer

 Scivola via come gocce di pioggia in un pomeriggio desolato d'autunno, brucia e scalfisce come il sole cocente d'agosto.

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