Uomo - donna. Duello - armonia. Rumore - melodia. «Odio e amore che diventano migliori amici».

Giocano parecchio su ossimori e contrapposizioni Steven Ansell e Laura-Mary Carter, due ragazzi inglesi meglio noti come Blood Red Shoes.

Non aspettatevi il garage dei White Stripes o il folk rock degli Evens di Ian MacKaye (i primi duo misti che mi vengono in mente); questi due ragazzi suonano un indie rock (anche se non amano essere definiti una band indie) senza particolari fronzoli.

"Box Of Secrets" (Mercury, 2008) è il primo full length dopo una manciata di singoli.

Laura-Mary è un'ex-riot grrrl tuttora devota a Babes In Toyland e Bikini Kill: suona la chitarra in modo minimal ma graffiante, sporca le sue Telecaster con il Big Muff e a volte usa uno strumento particolare creato appositamente per lei dal liutaio Yuri Landman, una chitarra a 7 corde denominata Springtime (una Springtime II è stata pensata da Landman per Lou Barlow).

Steven Ansell sfida a colpi di batteria i riff di Laura-Mary: le loro voci prima collidono, poi si intrecciano fino a sciogliersi all'unisono. C'è tensione nella loro musica, nonostante i timbri vocali puliti e le numerose aperture melodiche serene. "You Bring Me Down" ammicca alla dance-punk di Foals e These New Puritans; in "This Is For You" si intravvedono accenni rumoristi à la Sonic Youth che culminano in coda.

In sintesi: nulla di nuovo.

Non hanno inventato niente, non sfoggiano particolari guizzi tecnici, il loro disco è compatto sino alla ripetitività.

Ma sono belli, dal vivo son portentosi e si lasciano ascoltare tanto e piacevolmente: cos'altro chiedere a una giovane band dei nostri tempi?

 

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