<<Buongiorno... e casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!>> (cit. da "The Truman Show" ). Oggi siamo già al buonasera e direi proprio: chi non muore si rivede (ri-eccomi per disgrazia vostra)! Ho seguito con sempre meno interesse le così dette novità: veramente non ne ho incontrate tante, ma alla fine ha prevalso la ricerca della normalità. Ebbene in un anno nel quale abbiamo avuto veramente troppe sorprendenti notizie bomba, letteralmente, ho puntato il dito a caso su un qualcosa che non mi sorprendesse poi tanto (peraltro è un cd già recensito...) e che mi desse quel senso di tranquillità e di déja vu.

Chissà se ci troveremo d'accordo, ma sinceramente non è questo che importa. Che vi piacciano o no i Bon Jovi corrono in pista da più di 30 anni e hanno venduto oltre 130 milioni di dischi, certo il travagliato divorzio da Richie Sambora, provoca una sorta di effetto domino per tutto il tempo di ascolto del loro ultimo lavoro "Burning Bridges" e nonostante i pareri tutti favorevoli per la title track, a me pare il pezzo peggiore e per fortuna l'ultimo, che appunto salto sempre.

Quindi ne dedurrete che questo CD non mi sia piaciuto poi tanto e in realtà un po' di vero in questa affermazione c'è, ma solo un po'. Finalmente non cerco qualcosa di nuovo che possa far gridare al miracolo, che mi rimpinzi di sensazioni mai provate, che mi apra un mondo di suoni e immagini all'LSD, finalmente posso dire di aver trovato quello che cercavo e mi aspettavo da seri professionisti; suoni, parole, arzigogoli alle chitarre, voce solista e cori che mi confortano: i Bon Jovi ci sono, sono loro, nel bene e nel male, niente di più, perfettamente riconoscibili e anche un po' incazzati, ma ci sono.

Insomma amici, non li ascolterete mai, non credo proprio, ma alla fine della storia il ritorno alla normalità non è sempre così banale e scontato, per loro è la fine di un era, ma chissà forse anche l'alba di una rinascita.

Ciao, DEB-elli

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