Brad Mehldau e la sue belle guance pacioccone erano a Tokyo il 15 febbraio del 2003 e suonavano e suonavano di fronte a migliaia di giapponesi - che come mi diceva Satsuki Morimoto qualche anno fa, elencando similitudini nippo-italiche: "possono essere un po' cialtroni a volte, ma in genere molto esigenti" - suonava delle gran belle canzoni, ognuna un classico nel suo piccolo, o grande.

Brani di altri, scelti da Mehldau - pianista di fama internazionale - con passione da fan, cullati fra le dita il tempo necessario per farli suonare a modo suo, "una bastardizzazione di quello che amo" dice lui.
Tra questi: apertura e chiusura con Nick Drake illuminato solo dalla luce dei tasti bianchi in Things Behind The Sun e River Man, una luuuunga versione sontuosa di 19 minuti di Paranoid Android dei Radiohead, una bellezza di "semisuite". From This Moment On di Cole Porter, Monk's Dream di Thelonious Monk farcito dal tema di Peanuts e una versione narcotizzata della romantica Someone to Watch Over Me di George Gershwin.

Scaletta facile di un americano per un facile pubblico di giapponesi? Bah. Ci sono cose belle e basta, come il suono di un pianoforte suonato con abilità e cuore (e finalmente amplificato come si deve...) dove le note che conosci così bene le ritrovi liquefatte e stratificate, e ogni tanto la melodia intatta, con una piccola fitta di piacere. Piove.

"Romanticism implies nostalgia for damaged goods. Music is heightened nostalgia" B.Mehldau.

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