Cosa fare per essere la fotocopia di mille altre fotocopie?! Prendete del metalcore e rendetelo quanto più bastardo possibile con abbondanti dosi di basi dub, synth e via dicendo. Il risultato che ne esce sapete tutti (o quasi) com'è e sinceramente si fa sempre una gran fatica nel credere che ancora oggi ci siano nuove leve pronte a proporsi in questo genere trito e ritrito. "Inhale Exhale" purtroppo non è quel capolavoro grind anno '98 targato Nasum (RIP), bensì il biglietto da visita dei piemontesi Breathe Me In, un disco che sinceramente l'ho trovato totalmente fuori luogo, dalla prima all'ultima traccia, a iniziare - come detto in precedenza - da una proposta artistica che ormai ha detto tutto. Un peccato perché fondamentalmente il quintetto - seppur giovanissimo - ha sicuramente un'idea di base su come si debba fare musica, cosa evidenziata dal brano forse più versatile dell'intero lotto, "Another Story". Sui restanti cinque brani (a cui va aggiunta la classica intro) la formula la conoscete bene, voci iper-effettate, un uso pesantissimo dell'elettronica e un sound che unisce elementi modern metal ad altri tipicamente core (vedi breakdown). Se amate questo tipo di proposte eccovi servito un nuovo nome da seguire, altrimenti potete benissimo andare oltre.

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