Il triste suono dei ricordi.

Tragico e crudele. Quell'eco fragile, solitario nella mente di Jack Terry. Sguardo fisso sul nulla, la gelida quiete del parco, il vuoto e l'orrore nelle cuffie. E il cuore che sanguina. Brucia senza soste né comprensione, quella maledetta ferita, ti dilania le viscere e cancella ogni speranza. Il freddo è un'abitudine, avvolge l'anima stanca e l'annega nei tristi giorni che non hanno una data. Non hanno una ragione, perché il demone boia che ti porti dentro ha reso schiavo il tuo dolore..

Brevi fotogrammi di un trash movie. Notte. Soggettiva di uno sconosciuto, probabile voyeur. Piano sequenza di un collegio femminile. In camera qualche ragazza studia. Oppure ascolta musica a tutto volume. Alcune amano divertirsi, altre ‘amano' e basta. A passi lenti, l'occhio del nostro guardone entra e giunge nel bagno, rivela il suo truce aspetto nel vetro appannato d'uno specchio e vede il corpo di una giovane donna dietro le tendine della doccia. Qualche metro avanti, la ‘nostra' mano è quella dell'assassino che impugna un coltello: sposta con fare minaccioso la tenda, osserva ( lui e noi ) per un istante la vittima ‘nuda' che terrorizzata esplode in un urlo..Un miagolio depresso, forse. Stop. L'aggressione tipica nella doccia è un deja-vù cinematografico, la scena-clou che si svolge sullo schermo di una sala di proiezione (film nel film, quindi). Tutto vero, tutto falso. In pratica, dichiarazione di poetica e tematiche dell'intero Cinema di Brian De Palma. Dopo tale rivelazione di ‘fiction' implicita, lo spettatore assiste alle immagini appena proiettate in rewind, al contrario; e realizza che la mano del killer sulle tende, un attimo prima ‘assassina' e malvagia, ora pare chiuderle in maniera pudica, quasi timida.

Il discorso metacinematografico depalmiano continua a mescolarsi sulla base del suo linguaggio-thriller (angolo della mdp hitchcockiano, split screen, protagonista che identifica il pubblico etc.). Come in passato, ma con riferimenti più o meno espliciti alla manipolazione sul ‘reale' operata dal Regista-demiurgo; anche tramite complotti\intrighi politici e l'ironia che sovente torna (lo studio di film a basso costo presso cui Jack lavora, il fittizio ‘Indipendent pictures incorporated', la scoperta dell'attentato grazie al film a scatto singolo e ai ‘flashback' con cui ne ricostruisce le dinamiche). De Palma in ‘Blow out' (chiaro il richiamo-omaggio verso Antonioni) sposta il punto d'osservazione da scopico a sonoro, e la storia rappresentata diviene metafora del meccanismo dei film e del rapporto instaurato con lo spettatore. Una retta parallela schermo-pubblico, dove il protagonista della pellicola assume il duplice ruolo d'intermediario degli spettatori in sala e ‘ascolta' , ‘osserva' come loro. Il motore dell'intera vicenda rimane la figura del sonorizzatore, dapprima ignaro di trovarsi nel mezzo di un puzzle intricato e pericoloso, troppo grande per considerarlo un ‘banale' incidente stradale, infine trascinato dalla sua ossessione di verità che porterà alla morte della povera Sally. Una sorta di peccato ‘cognitivo', derivato dall'educazione calvinista del regista. Ancor più grave, poiché Terry era già stato anni addietro (e lo narra lui stesso) causa indiretta dell'uccisione d'un collega poliziotto; infiltrato nella mala e individuato per un guasto tecnico al microfono fornito da Jack. Il cortocircuito dell'informazione e l'istinto conservatore di ‘poteri occulti', la centralità della tecnologia in Travolta\Terry (fisico e tecnico di computers come il giovane De Palma..) e l'illusione di una realtà costruita, e ‘scomparsa', dai mezzi di comunicazione: il fonico Jack porta fino al narcisismo filmico l'interazione con pellicola, cinema d'animazione (il ‘filmato' dell'incidente ottenuto dalle foto sul giornale, paragonato dal vile Karp a quello di Zapruder su JFK), microfoni direzionali, intercettazioni telefoniche (nel post-Watergate sempre vivo), registratori e monitor tv. Esemplare, a proposito, la formidabile panoramica della stanza in cui lavora Terry: un virtuoso movimento circolare della mdp, senza stacchi e col protagonista che entra ed esce dal riquadro della cinepresa.

Jack Terry (un incisivo John Travolta) è un tecnico d'effetti sonori per scadenti trash-movies e una notte, mentre registra rumori di repertorio per un nuovo film, viene casualmente coinvolto nella morte del governatore McRyan, candidato alle presidenziali. Apparentemente un incidente con l'auto che ‘sbanda' e finisce nel fiume. Apparentemente, perché Jack c'era (in una scena di straordinario impatto uditivo, con i ruoli ben distinti e focalizzati dell'acqua che scorre, un gufo, il microfono-registratore, un anomalo sfrigolio, il motore di un'auto in arrivo e qualcosa che ricorda fottutamente uno ‘sparo'..) e riesce a salvare dall'automobile affondata una ragazza, Sally (Nancy Allen, indifesa e struggente). All'ospedale, un vecchio collaboratore del politico defunto chiede a Jack di dimenticare la presenza della giovane a fianco di McRyan: ma il tecnico non può ‘cancellare' dai ricordi quello strano scoppio, prima dell'auto precipitata nel torrente. Uno sparo, forse. Che diventa certezza riascoltando i suoi nastri. Jack Terry non crede più alla versione ufficiale, si convince che il governatore sia stato vittima d'una macchinazione politica, di un complotto. Ed è proprio lo spietato killer Burke (un glaciale John Lithgow, habitué al ‘villain' in De Palma) l'esecutore materiale dell'omicidio, assoldato da un'oscura rete paragovernativa, che cerca di occultare ogni prova. Tra cui Sally, nel gioco degli avversari politici del governatore, e ora scomoda testimone da eliminare: Burke, nel cercare la ragazza, ne uccide altre innocenti e porta le indagini della polizia sulle tracce di un fantomatico maniaco. Intanto Jack riesce a convincere Sally a rubare il filmato girato dal complice Karp (Dennis Franz). Terry, montato il film dell'incidente mortale con i suoni registrati, trova solo diffidenza nella polizia. Ma il giornalista televisivo Donohue gli crede, proponendo un intervento nel suo programma per raccontare la propria versione dei fatti. Burke intercetta ogni telefonata di Jack Terry, si finge Donohue e contatta Sally per ottenere il prezioso film. Lo scrupoloso tecnico del suono questa volta non vuole sbagliare, prende tutte le precauzioni, e gli nasconde addosso una cimice-spia perfezionata. E' la festa dell'Indipendenza a Philadelphia, l'appuntamento è alla stazione cittadina. Terry saluta con un bacio quella ragazza che poco a poco capisce d'amare. Raccomanda a Sally di fare attenzione, di non fidarsi troppo presto. La stringe a sé, protettivo, e lei lo guarda tenera con un sorriso..

Il gran successo di ‘Vestito per uccidere' convinse Brian De Palma a continuare sulla medesima strada del thriller, la tentazione di un film ‘politico' era forte e insieme al fidato produttore George Litto riuscì a mediare un eccellente equilibrio in ‘Blow out', sul finire del 1981. Aiutato dal mago della fotografia Vilmos Zsigmond e dall'alchimia con le musiche di Pino Donaggio, De Palma confeziona una pellicola ‘manifesto' di un cinema del post-moderno che tutto cita, tutto assorbe e reinterpreta: metafora della visione e iperrealismo dell'Autore a braccetto, la maestosa perizia tecnica a servizio di uno spettacolo (e che spettacolo!) fulminante e capace d'esplorare miti e ossessioni (‘Obsession'..) di un'epoca.

Un peso insostenibile sulle spalle di Jack, gli errori non muoiono mai e l'ombra del passato che copre ogni rumore, ogni passo inutile, ogni parola avidamente cercata e poi non detta. E stordisce il presente di fantasmi e balbetii, tra le foglie abbandonate nel vento e l'incespicare dei prossimi giorni che negano calore e luce. Non rimane che guardare, al buio della sala, quella ragazza nella doccia, la mano assassina che muove la tendina, il grido di terrore.. Quel grido che accompagnerà per sempre Jack Terry nella testa. Quel grido nella ‘finzione' che scavalca la vita. Tragico e crudele. ‘Un bel grido, è un bel grido..'

"Ma perché dev'esserci sempre sotto un complotto, accidenti?"


  • Vic Sorriso
    12 ott 07
    Recensione: Opera:
    un De Palma sempre più succube dei classici, in questo caso prende a prestito il blow up di Antonioni e delira, De Palma ha fatto decisamente meglio ( carrie, scarface, omicidio a luci rosse, carlitos)
  • lariana56
    12 ott 07
    Recensione: Opera:
    De Palma è sempre impeccabile per quanto riguarda la tecnica registica, ma per il resto, quando non lo trovo irritante, mi lascia fredda. Buona recensione.
  • Blackdog
    13 ott 07
    Recensione: Opera:
    Vic, vuoi provocarmi? Guarda ke me te magno como Nando Moriconi! :)
  • MisterGigi
    13 ott 07
    Recensione: Opera:
    Vic Sorriso, se ti piace Carrie, consiglio "Die tödliche Maria" di Tom Tykwer, che me lo ricorda per alcuni aspetti, e, a mio parere è migliore. Ha il difetto di essere difficilmente reperibile. Blackdog, per me sei più portato a scrivere libri, più che recensioni, non la prendere come una critica. Per quello che riguarda le recensioni sono un "purista" e, per me dovrebbero essere il più possibile giornalistiche ed essenziali. Ma su DeBaser, niente è peccato, a parte le offese personali.
  • Blackdog
    13 ott 07
    Recensione: Opera:
    Gracias, lo prendo como un complimento. Scrivo con la passione d chi ha amato certe opere..Et codesto
    De Palma fu uno di quei film ke mi fece scoprire il verbo 'cinematografico', da ragazzino.
  • S4doll
    13 ott 07
    Recensione: Opera:
    non l'ho visto, ma lo metto in lista
  • Mopaga
    14 ott 07
    Recensione: Opera:
    Il film non lo voto; l'ho visto troppo tempo fa, ricordo solo le scene finali.
  • MisterGigi
    14 ott 07
    Recensione: Opera:
    Se non sono indiscreto, potresti citare alcune delle opere che hai amato? Per quello che mi riguarda, mi ha affascinato "Nove racconti" ed "Il giovane Holden" di Salinger, o "Sulla Strada" di Kerouac. Però ho letto più che altro storie criminali, una per tutte, "A sangue freddo" di Capote. Il primo film che ne hanno tratto, è uno dei film che preferisco.
  • Adriano Bernard
    14 ott 07
    Recensione: Opera:
    bella zio cane nero. Ma quella della tua scheda è la tua ragazza?xd
  • bjorky
    15 ott 07
    Recensione: Opera:
    ciao Blackino, certo che ti voglio ancora !! :-)....De Palma non mi gusta molto....
  • Blackdog
    16 ott 07
    Recensione: Opera:
    'Sulla strada' et Garcìa Màrquez tra i miei preferiti, Gigi. Però sono anke un gran cultore d Philip K. Dick, e Asimov..Insomma, un pò skizzofrenico. :) -Adriano, 'era' la mia ragazza.. :D
  • teenagelobotomy
    30 giu 11
    Recensione: Opera:
    una delle tante perle di De Palma
  • hjhhjij
    2 dic 11
    Recensione: Opera:
    Bah, non mi ha convinto moltissimo. 4 stelle molto tirate per i capelli, diciamo un mezzo punto in più per l'indubbia maestria tecnica di De Palma. Un Thriller godibile, ben diretto ma con qualche difetto di troppo, nel complesso niente affatto esaltante ne troppo coinvolgente, con un finale assurdo (cazzo, prima usi l'urlo di lei mentre veniva assassinata per il doppiaggio di un film spazzatura e poi ti disperi? Ma vaff...) per non dire scontato (lui che nonostante la corsa disperata non riesce a salvare lei però ammazza il cattivo, be in questo caso era un po' prevedibile, secondo me). Non mancano comunque i bei momenti, diciamo tra le 3 e le 4 stelle, il buon Brian ha fatto di meglio.

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