Un uomo. Dentro ai suoi occhi c'è qualcosa che non si vede ma forse si sente solo perchè è più forte di ogni rumore. Dietro alla sua testa c'è qualcosa che non si sente ma si vede e come. Un drappo rosso con una scritta che richiama uno dei più feroci sodalizi criminali degli anni di piombo. In questo caso con la dovuta buona fede, definirli artisti è come passare una mano su una grattugia affilata. Definirla opera fa lo stesso effetto di un unghia che gratta la superficie di una lavagna. Dentro questo scatto dato in pasto alla gente da "La Repubblica" c'è un uomo e nei suoi occhi si legge il suo necrologio.

Quest'uomo ha chiesto ai carcerieri una Bibbia e delle messe registrate su audiocassetta. E' lo stesso che ha cercato di collaborare rispondendo a domande assurde. Ed è lo stesso che ha sperato la discesa di un miracolo. Uno che leggeva le notizie fresche di stampa in auto, mentre si recava al lavoro. Senza sapere come è stato coinvolto in una azione da guerra. Quel sedile posteriore di quella Alfetta bianca si è trasformata in pochi secondi in una atroce trincea. Ha visto sussultare troppe volte i corpi delle sue ombre. Lapilli rossi coloravano i frammenti dei vetri esplosi mentre dei ruggiti selvaggi lo attiravano nella trincea nemica. Poi un baule o un sacco di juta e un covo di tre metri quadrati.

Ma andate a farvi fottere, ipocriti!

E' la stessa persona che dai suoi "amici", soprattutto sottovoce, veniva definita scomoda, pericolosa, anche folle e lobotomizzata in caso di "Piano Victor". Cosa ci può essere dentro gli occhi di un uomo abbandonato dalla linea della fermezza. Anche l'amato Enrico sbagliò. Gradoli, Duchessa, Montalcini, Caetani. Fiumi di inchiostro, dossier, memoriali, incontri e invettive. E ancora Gradoli, Duchessa, Montalcini, Caetani. Giorgio disse che "a Dio i martiri non fanno cambiare giudizio" e che a "un politicante qualunque solo perchè gli ha sparato un brigatista diventa l'unico statista". Nel suo glaciale cinismo forse aveva ragione o comunque più coraggio di ogni altro ipocrita.

Guardando quello sguardo la gente inorridita da tanta crudeltà esclamava: "Oh, poverino!", "Povero Presidente!", "Chissà cosa gli staranno facendo quei bastardi!", "Povera moglie! E i figli!". Magari qualcuno ha pianto. Dietro quello sguardo c'era però ben altro. Con quella espressione sfinita che sa di poter dire: "Ci siete riusciti a farmi fuori! E nella maniera più pirotecnica possibile!"

All'epoca avevo pochi mesi e l'ho conosciuto solo attraverso chilometri di libri, articoli e opinioni che puntualmente si ripetono in ogni Anno del Signore. Ed ogni anno c'è una novità spuntata irrimediabilmente in ritardo. Non mi ritengo valido a commentare le sue idee politiche, per l'epoca, giuste o sbagliate che fossero. Neanche le sue scelte o le sue manovre. E neanche basandomi su quanto letto, visto o sentito. Non posso sottoscrivere nè biasimare. Al massimo delineare una mia opinione che però preferisco tenermi dentro. A me sembra solo un brav'uomo con quegli occhi che parlano. Riflettono sulla sentenza di una condanna capitale, senza possibilità di difendersi e senza che nessuna mano si decida a salvarlo dalla forca. Chi ha vissuto in quegli anni potrebbe chiarire. Ma chi può parlare puntualmente tace.

Ed è per questo che "il mio sangue ricadrà su di voi". Non fu minaccia ma profezia.

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