Nata negli studi delle radio nazionali europee a metà degli anni '50, la musica elettronica ha in Bruno Maderna (1920-1973) uno dei suoi primi protagonisti. Questo cd, uscito per l'etichetta Stradivarius, raccoglie buona parte della sua produzione elettronica: sette brani, realizzati tra il 1956 e il 1962, per un totale di 75 minuti di musica.

I primi tre pezzi sono a modo loro dei classici del genere: "Notturno" è un breve brano (3 minuti e mezzo) molto omogeneo nella tessitura, con una dinamica pressoché costante, e il cui unico materiale sonoro è il rumore bianco (cioè la somma di tutte le frequenze possibili, prodotte simultaneamente) filtrato in diverse ampiezze; scherzosamente, Maderna lo aveva intitolato così per alludere alle molte notti occorse per la sua realizzazione.

Notti passate nello Studio di fonologia musicale della Rai di Milano, uno dei centri più importanti dell'epoca, a tagliare e incollare striscioline di nastro magnetico: una volta, prima dell'arrivo di campionatori e computer, si faceva così. "Syntaxis", il brano successivo, è più vario nella tavolozza sonora, con suoni sinusoidali (cioè suoni puri, senza armonici) acutissimi o particolarmente gravi, brevi e tesi, e con una graduale accumulazione che si fa parossistica nel finale. "Continuo", il terzo classico, inizia con sonorità appena percettibili e si sviluppa secondo un progressivo intensificarsi della densità sonora fino a collassare, a due terzi del brano, tornando alla fissità iniziale più qualche ulteriore scatto nervoso.

Nei brani successivi c'è l'accostamento tra suoni prodotti elettronicamente e suoni tradizionali: il flauto (in "Musica su due dimensioni"), la voce (quella della grande Cathy Berberian, in "Dimensioni II - invenzione su una voce"), la marimba (in "Serenata III"). L'ultimo brano del cd è "Le rire", un vero e proprio patchwork fatto di voci, rumori di passi, scrosciare dell'acqua, il suono dei timpani nel finale, eccetera; in francese, il titolo significa "il ridere, il riso", e lo si deve alla definizione che il filosofo Henri Bergson aveva dato del riso: "qualcosa di meccanico applicato su qualcosa di vivo". Quando gli fecero notare che il pezzo faceva pensare a quella definizione, Maderna disse: "Ebbene, lo intitoleremo Le rire".

Così, a chi si interessa dei primi, significativi momenti della nascente musica elettronica, questo cd è ovviamente raccomandato.

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