Godibilissima prova di Carlo Pedersoli, che in 10 motivi jazzistici e divertenti alletta il pubblico e si dimostra ancora una volta la leggenda che è. L'attore napoletano, 87 anni, pubblica "Futtetenne", un titolo un programma. Il suo coautore è Nereo Foresti, è il risultato come detto non delude, sebbene il disco vada valutato come un exploit dell'attore che con Terence Hill alias Mario Girotti ha scritto la storia del cinema mondiale con i loro "fagioli western" e altri indimenticabili film in coppia. Futtetenne è un inno alla vita, al saper reagire sempre positivamente alle cose brutte che la vita ci propone, ed è anche il brano che apre questo insolito album, che è stato stampato anche in vinile a tiratura limitata con tanto di dedica di bud, cioè carlo, che nell'album si firma col suo vero nome. L'ex nuotatore canta poi "Chaque Fois" e di seguito la leggermente malinconica "A vulimme fernì". Gli arrangiamenti sono ben calibrati. Atmosfere un po' alla Banana Joe introducono "Che ne parlammo a fà". Tutte le canzoni sono cantate in dialetto, dimostrando, nonostante la americanizzazione che lo fece diventare per tutti Bud Spencer, Carlo non abbia dimenticato le proprie origini. Il Lato B del Long Playing si apre con "Nuvole", un pezzo bossanova introdotto dalla voce del "cantante" che la introduce, "quando sono con te, tutto il mondo è per me, ma la felicità qualche volta va via...". Si tratta del primo brano cantato in italiano. Anche "Josephine" viene introdotta da Bud ed è più jazz, come il primo brano, ma questa volta il brano è cantato in francese, così come "J'aime Paris", che ricorda alcune colonne sonore cinematografiche. Il Lato B, sempre stando alla versione vinilica, si chiude con l'ecologista "È tutta colpa dell'ozono", dove il Nostro ritorna a cantare in italiano, espondendo la sua denuncia sociale. Chiudono le due bonus tracks "Ciuf Ciuf Cia" e "In una nuvola", entrambi brevi (2 minuti e mezzo). Voto 5 stelle alla carriera di Bud Spencer più che al disco, che ne rappresenta un coronamento.

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