Premessa doverosa: c'è un solo uomo la cui recensione potrebbe costituire un autentico legame simbiotico con questo disco, e quell'uomo è l'eccelso Nes. Già, perché "...At A Loss" è l'album ideale per chi ama i cannoli (corretti) alla crema al punto da piegarsi in due, per chi talvolta prova l'impulso irrefrenabile di farsi una sega e un susseguente, intenso autocompiacimento, ma soprattutto per chi pensa che gli Amon Amarth dovrebbero suonare solo durante il carnevale svervegese. Ma so che il Nes gradisce muoversi su territori un po'più stonerosi. E allora ghe pensi mi, anche se in vita mia non ho fumato nemmeno una sigaretta (già vi sento..."deficiente...coglione!"), mi faccio seghe solo in nome della prevenzione del cancro alla prostata e prima della mia lettura serale dell'Edda prendo il poster di Johan Hegg e lo bacio in bocca. Però ci provo.
A dire il vero, vi ho già detto quasi tutto quello che conta. Sui Buzzovºen: vengono dalla North Carolina, i cannoli gli piacevano così tanto che svaligiavano le pasticcerie, assieme agli Eyehategod hanno definito quel miscuglio di distorsioni, aggressioni chitarristiche peciose e voci straziate noto come Sludge metal. Sul disco: credo che, forse anche nelle intenzioni dei Buzzov°en, durante il sample che introduce ogni singola canzone dobbiate farvi un bel tiro, e di erbe buone: solo così potrete vivere un'esperienza davvero piena e coinvolgente. Solo così, mentre provate ad ascoltare l'incredibile cover di "Don't Bring Me Down" degli Electric Light Orchestra, a un certo punto vi sembrerà di percepire gli Oasis in salsa Sludge (lo so, è una cazzata, ma avrete otto tiri alle spalle, eh). Solo così potrete divertirvi anche durante la mezz'ora di rumore psicotropo finale successiva a "Left Behind": roba che uno lucido si chiede "Oh ma che è 'sta merda? L'hardcore techno dei non-morti?".
Non ho altro da aggiungere. Chi non intendesse seguire il metodo ortodosso di fruizione di "...At A Loss", ad ogni modo, per entrare in atmosfera presti attenzione a due elementi: Travis Bickle che, subito dopo che abbiamo premuto "play", ci parla delle creature umane che sorgono di notte, e la copertina. Un alligatore brutalmente ammazzato con una croce col muso immerso in una palude (più Sludge di così) sotto la luce di una luna spietata. In fondo, come qualcuno disse al suo tempo, la copertina DICE TUTTO.
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