E cosa si dovrebbe aggiungere quando un gruppo sceglie un nome come Cadaveric Crematorium? Si potrebbe forse dubitare che siano adepti all'indie pop per intellighenzia alternativa varia? Assolutamente no; in effetti così non è e quindi ci sono solo due opzioni possibili. Quella che porta a parlare di death metal, possibilmente brutale; e quella che ci conduce nei pressi del grindcore.

Ebbene, pur se magari partono da due punti distinti, però entrambe le vie si congiungono nello stesso punto e vanno pariteticamente bene nel momento in cui si deve identificare la natura della band italiana, che con "Grindpeace" (il che evidenzia pure una dose di sarcasmo da non sottovalutare e che traspare tanto dai titoli e dai testi quanto da certi brani, "Nessun Muoia" in primis, rifacimento di "Nessun Dorma") taglia il traguardo dei quattro album.

L'interpretazione data della materia ha inoltre il pregio di non fossilizzarsi, perché la maggior parte dei pezzi presenta varianti strumentali e strutturali significative, figlie di una scrittura lucida e intelligentemente imprevedibile, dove nel vorticoso marasma di devastazione tipico dei generi in questione si inseriscono sprazzi di follia math-core, thrash ipercinetico, passaggi al limite del free jazz-core, rimembranze crust e una costante ricerca della soluzione tecnica raffinata pur in un contesto di furibonda distruzione.

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