È sempre frustrante quando un regista partito alla grande scivola nella mediocrità. Cameron Crowe, regista di alcuni film discreti e dell’ottimo, nostalgico Almost Famous, cade rovinosamente con Vanilla Sky.

Inutile remake di un film spagnolo di successo, Vanilla Sky tenta di mescolare dramma romantico, thriller psicologico e mistero sci-fi e fallisce clamorosamente su tutti i fronti. La struttura macchinosa in tre parti, incasinata da flashback o flashforward (chi ci capisce più di tanto?), contribuisce solo a scatenare il mal di testa.

Il primo atto è il classico incontro sdolcinato di due aitanti giovani. David, ricco e presuntuoso dongiovanni, passa la notte del suo compleanno a flirtare sfacciatamente con Sofia - la ragazza del suo migliore amico - mentre Julie, la sua amante casuale (fuck buddy, direbbero i volgari), sprizza gelosia da tutti i pori. David e Sofia per ore scambiano sguardi teneri e discorsi pseudo-spirituali sul “piacere ritardato”, senza mai concludere. Se lo zucchero fosse droga, qui si andrebbe in overdose.

Il secondo atto prende una piega più cupa - Julie, in modalità psicopatica, fa una “sorpresa” a David, si offre di condurlo in ufficio ma va schiantarsi giù da un ponte. Lei muore; David sopravvive, sfigurato, traumatizzato e improvvisamente non più playboy attraente. Cerca di riconquistare Sofia, che forse potrà tollerare le sue nuove cicatrici sia fisiche che emotive.

Al terzo atto il film si sgretola nel nonsense. David è in prigione per omicidio, ha varie conversazioni con uno psicologo mentre le scene precedenti iniziano a deformarsi nell’incomprensibile. I colpi di scena sono goffi, il mistero ridondante, e all’ultima rivelazione ci si chiede spassionatamente: Ma chi se ne frega? (Spoiler, ma non davvero: è tutto un sogno? Sì ma no… quindi non è uno spoiler. Non capisci? Così è il film)

Il montaggio è un caos da ubriachi; Tom Cruise sfodera il suo sorriso maniacale in ogni scena, spesso anche a sproposito; Penélope Cruz è stucchevole fino all’insopportabile; la colonna sonora bombastica massacra ogni momento; e il finale aperto è la ciliegina di panna spray su questa torta di melma.

C’è chi dice che Vanilla Sky sia diventato un cult - e certo non stupisce nell’era odierna dove pretenzioso equivale a profondo. Ma non fatevi ingannare: è un disastro pseudo-filosofico, confuso e confondente, travestito da film profondo.

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