L’economia era a puttane e tutto questo accendeva il mio desiderio di Brutal: un tizio in Tv diceva che I conti facevano cagare e parlava di una manovra bis che forse è una mossa del wrestling, ma su questo non ci metterei la mano sul fuoco. Un altro tizio, con gli occhiali e un vezzoso fazzoletto da taschino, gli dava del bugiardo dicendo che in fondo con la vaselina sarebbe andata meglio.

Cambiando canale c’era la partita che ci fa sentire tutti uniti intorno alla bandiera e alla nazione: che bello! Poi però scopri che i bambini che si portano dietro i calciatori quando entrano in campo non c’entrano niente e tanto Moggi i truschini li ha fatti e basta, bambini o non bambini. In un clima del genere uno ha voglia solo di qualcosa di Brutal, ma di molto Brutal, più Brutal di passare un pomeriggio di estate a fare i suffumigi dalla compostiera. Non potevo fare altro che rivolgermi ai capi del Brutal, vale a dire i Cadavere Cannibale.

Sapevo cosa fare e di fatti andai su internet ad ordinarmi un disco a caso dei Cadavere Cannibale (tanto sono tutti stupendi e tutti Brutal): un clic e la dose di Brutal è assicurata! A quel punto possono anche lasciare le truppe in Iraq e dedicare una moschea a Quattrocchi che tanto resterebbe tutto molto Brutal. Da qualche giorno ho ordinato il cd dei Cadavere Cannibale (uno a caso in una discografia molto Brutal) e non sto più nella pelle: per ammazzare il tempo sono perfino ricorso ad una cosa Post Hardcore come guardare il contatore della luce che gira. Proprio mentre sto andando ad attaccare il ferro da stiro per farlo girare più veloce (quando va lento è noioso), suonano alla porta. Chi sarà mai?

Nel caso fosse il postino mi premunisco e scendo armato con un temperamatite: come sono Grind oggi! Infatti è proprio il postino che prima che possa ferirlo, mi consegna un pacchetto strano, insieme ad una specie di Robot; “strano”, penso, mentre il robot si mette ad inveire “Terun d’ le bale, va a travajè, che mi pagu co ti!”; guardandolo meglio noto che è Bossi e che non ce l’ha con me ma con il postino: mi è simpatico, gli propongo un alleanza anti postino e lui mi invita a mangiare la salsiccia sul Po.
Ora però non ho tempo, perché nel pacchetto c’è un capolavoro dei Cadavere Cannibale: “Faccia spiaccicata da un martello”. “Questo ce l’ ho già” dico stupito tra me, ma poi vedo che in copertina non c’è un teschio, ma proprio una faccia spiaccicata da un martello: questo cambia tutto! Sono sicuro che sarà un masterpiece e vado subito ad ascoltarlo. Purtroppo appare Ruini che si mette sindacare sulla moralità dell’artefatto, sul Codice da Vinci e soprattutto sul colore della copertina; fortunatamente ecco che arriva in mio soccorso la Bonino, portatrice dei valori laici e di una dose di cannabis che dice essere terapeutica (pare che abbia riportato danni permanenti dopo l’ultimo sciopero della fame in difesa della PPO, Pro Piccioni Orfani).

Mentre i due il cardinale gli rifila un colpo col pastorale e lei, per tutta risposta, abortisce, io mi ritrovo ad ascoltare le stesse canzoni che avevo già (e delle quali, lo ricordo, due sono delle cover dei sabba Nero e dei Posseduti e l’altra una canzone che c’era già in “Tomba dei mutilati”). Tutto questo è molto Brutal (anche se la mamma è più Brutal e sta facendo una pasta collosa come non mai): nemmeno dai Cadavere Cannibale c’era da aspettarsi che fossero così Brutal da fare una seconda copia di un disco copia aggiungendo due canzoni che sono la copia di altre canzoni su loro dischi precedenti e reperibilissimi!
I Cadavere Cannibale, dopo la mamma, si consacrano come il gruppo più Brutal di tutti i tempi… Bertinotti sostiene che persone che vendono le seconde copie di dischi copia con canzoni copi non siano amici del popolo, ma la copertina rossa, un buon sigaro e la presidenza della Camera gli fanno cambiare idea. Ora il mondo è molto più Brutal e ho l’impulso a fare una cosa Brutal: difatti apro il freezer, prendo un nasello e lo sbatto per terra finhè non lo mando in frantumi. Mamma non apprezza e mi prende un disco dei Manowar e lo manda in frantumi; ho il sospetto che stia perdendo colpi perché se avesse voluto fare qualcosa di Brutal, mi avrebbe rotto un disco Brutal, come “Faccia Spiaccicata da un Martello” (il primo o il secondo, tanto sono uguali ed entrambi Brutal).

In ogni caso, Chris Barnes è contento del mio gesto Brutal e mi presenta un suo caro amico, Giuseppe Pinelli. Non mi dice bene dove l’ha incontrato, mi sembra all’ ospedale dopo una brutta caduta dallo skate o qualcosa del genere: Beppe mi racconta che gli piaceva volare e anche portare tre scarpe, delle quali una da lasciare nelle mani di chi l’aiuta qualora fosse caduto. Sinceramente non mi sembra molto Brutal, mi puzza di uno di quei sognatori idealisti che poi fanno diventare il mondo meno Brutal… però poi mi racconta che c’era un tizio che l’aveva portato in un ufficio e che lui gli aveva detto “Ora ti faccio vedere come muore un italiano” e si era buttato dalla finestra, dimostrandogli che, quando voleva, era anche capace di non volare come fanno sempre i sognatori idealisti.

Gli amici di Chris sono sempre moltissimo Brutal!

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