Ok, se avete sentito Humanure rimarrete spiazzati: cambi di tempo, cambi di note, una produzione superba e una batteria che fa cascare le mascelle. Che cazzo è successo? È la prima domanda che ci si pone quando si ascolta Karma.Bloody.Karma. Il precedente "Humanure" a me era piaciuto moltissimo, ma aveva dei difetti abbastanza notevoli: oltre alla produzione le canzoni sì assomigliavano abbastanza e Travis Ryan (voce) non aveva ancora mostrato tutte le sue capacità e le sue doti. La copertina sacrifica un po' di gore in virtù di un'immagine molto più ragionata (anche se la band ha poi rivelato che sia il titolo che la copertina fossero soltanto un piano b...) E la musica... Be' la musica è diversa! Se nel precedente Humanure mostrarono tutta la loro capacità di fare musica pesante, in questo disco hanno dimostrato che anche loro sanno sperimentare. Ovviamente queste sperimentazioni sono davvero blande e diverranno parte integrante del processo compositivo a partire dal successivo "The Harvest Floor". Questo credo sia dovuto all'eventuale delusione dei fan, quando in verità fu molto apprezzato all'uscita. Il Grind c'è ancora e alcune tracce ne sono la dimostrazione (bereavement oppure the Carcass Derrick) ma c'è anche della melodia (success is... Hanging by the neck) e ovviamente della pesantezza (tutto l'album). Sicuramente un capitolo importante per chi vuole avvicinarsi a questa band. Inoltre la copertina mi ha catturato moltissimo ed è stato il disco che mi ha fatto iniziare ad amare davvero i Cattle. Un ascolto consigliato a tutti gli amanti del metal estremo. I testi sono ancora crudi. Ma è un bruco che è pronto a diventare farfalla.

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