La Turchia, almeno attenendosi alle dicerie, è ritenuta terra rinomata per le sue torture e i suoi supplizi; storicamente non ho idea di quanto questo dato sia attendibile, musicalmente lo è di sicuro... i Cenotaph ne sono la prova. Di gruppi con questo nome ce ne sono in ogni parte del mondo, in Messico, in Polonia e perfino qui in Italia; ma questi qui sono proprio i peggiori e deliziano le orecchie dei fan più incarogniti con un Brutal Death di sapore Californiano. Dico "di sapore" perché in realtà i nostri hanno uno "stile" parecchio personale che li distanzia (anni luce) dal Death europeo e (solo qualche chilometro) da quello americano. Naturalmente verranno alla mente nomi come Odious Mortem (forse la band a loro più simile anche se nettamente inferiore) e Decrepit Birth, ma basta un ascolto solo per capire che questi cinque turchi hanno una classe che li distingue.

Dal titolo, molto delicato (per non parlare dell' (art)work) risulta chiaro in che direzione vadano le lyrics pertanto preferirei parlare del contenuto musicale, altrimenti finisce che mi metto in un lecceto.

Era il 2001 quando questi tizi pubblicarono questo loro secondo album e per ora sono fermi alla terza release, ma è qui che bisogna andare se si vuole veramente capire cosa hanno di diverso da tutti gli altri; nel successivo lavoro infatti non faranno altro che sviluppare (meglio, questo va detto) quanto fatto su "Puked Genital Purulency". Sette tracce, "poche" qualcuno sosterrà, ma sufficientemente prolisse da superare una durata totale di mezz'ora: ad "aiutarle" in questo senso ci sono le solite Intro raccattate da qualche B movie dell'orrore.

La prima cosa che salta all'orecchio di questo complesso è l'elevata capacità tecnica: nonostante la nuova generazione di band Brutal Death conti tra le sue fila strumentisti decisamente in gamba, i nostri si distinguono su tutti non solo in fatto di perizia ma anche in fatto di inventiva. Non è da tutti controllare con facilità le tempeste di stop and go presenti in questo disco né costruire canzoni di questo tipo facendo scarso ricorso al Blast beat, ma il nostro drummer riesce in questa impresa; e considerando che all'epoca era poco più di un debuttante, si può ben capire come le sue doti abbiano dell'eccezionale. Controtempi, accelerazioni e gli immancabili rallentamenti micidiali si susseguono lisci, quasi fossero routine, senza che il nostro faccia una piega; e se pensate che tutto sommato a livello tecnico si esibisce in numeri complicatissimi ma non impossibili, pensate al lavoro compositivo che sta dietro ad un drumming di questo tipo per capire le doti di questo batterista. Se la sezione ritmica è il fiore all'occhiello dei Cenotaph, i chitarristi non sono da meno; un riffing intricatissimo che fa largo uso di Palm Mute (perfino nelle scale) e parti in controtempo rispetto alla batteria non lasciano dubbi sulle qualità tecniche dei due e al contrario dimostrano un grande gusto per il virtuosismo. Un virtuosismo atipico però, non il classico Sweep Picking che tanto piace ai metallari di tutto il mondo, un virtuosismo più subdolo dedicato agli amanti del genere; magari un controtempo particolarmente difficile o magari una scala talmente spezzettata e veloce da far venire male alle mani quando si cerca di suonarla. Insomma, non dovete aspettarvi smargiassate alla Spawn Of Possession, ma un virtuosismo meno barocco, meno tecnico, ma dall'impatto nettamente superiore. Prova solo discreta per il vocalist che fa uso di un Growl tipicamente "californiano" sulla scia dei Disgorge, molto duraturo ma infinitamente piatto (migliora però sensibilmente nel successivo "Pseudo Verminai Cadaverium". Il basso come spesso accade, è tenuto fuori dai giochi quindi non e la sento di giudicare.

E veniamo ora a parlare del Mood e della produzione anche se so che a tanti potrebbe apparire insulso affiancare un elemento strettamente tecnico ad uno strettamente emotivo. E invece in un album come "Puked Genital Purulency" le due cose non sono così antitetiche e si completano a vicenda. Uno degli aspetti inconfondibili dei Cenotaph è a parer mio quello di sapere ricreare atmosfere malsane a livello dei tanto amati Autopsy senza per questo rinunciare a suonare musica di ottima qualità; è per questo forse che tanti preferiscono dire che sono una band Death Grind. Io smentisco e dico che i Cenotaph suonano puro Brutal Death facendo largo uso di tematiche e ricorrendo ad atmosfere tipicamente Grindgore. Tuttavia, ci tengo a precisarlo, sotto l'aspetto musicale i nostri turchi non suonano Grind. Certamente atmosfere tanto claustrofobiche e decisamente orrorifiche possono trarre in inganno; al contrario di tante altre band legate agli stessi immaginari, nei Cenotaph non c'è un minimo di ironia né a livello tematico, né musicale, né emotivo. Ascoltare un disco del genere non fa venire in mente uno di quei divertenti film horror pieni di fiumi di sangue finto: evoca invece vere immagini raccapriccianti, restringe il confine tra realtà e finzione, non strappa nemmeno un sorriso. Già immagino quanti tra di voi penseranno che se già è abbastanza deprecabile ironizzare su tematiche di morte, parlarne sul serio è da veri criminali, e anche se sotto certi aspetti posso concordare io guardo più che altro alla resa emotiva. "Puked Genital Purulency" lascia il segno? Ha qualcosa in più rispetto ad altri dischi Brutal Death? Queste sono le domande che dovete porvi e, sia per quanto riguarda la perizia sia per quanto riguarda il Mood, entrambe le risposte sono affermative.

Il disco, come potete dedurre dal voto, non è privo di pecche; pur avendo canzoni favolose come "Multipurpose Utilization", altre sono più canoniche e tirano verso il basso il giudizio. In ogni caso questo resta un signor disco che sprizza tecnica una grande personalità.

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