Nel fitto sottobosco italiano s'aggirano creature che altro non aspettano che venire fuori dall'oscurità nella quale sono cresciute per poter staccare la testa a morsi al primo malcapitato che casualmente gli passa sotto tiro.
I Chaos Among Nameless non sfuggono a questa regola. Stiamo parlando di un sestetto formatosi a Bologna nell'estate/autunno dell'anno scorso, dedito ad un death metal brutale e variegato nelle strutture, che ingloba diverse influenze passando per partiture cadenzate in stile mosh e rallentamenti sludge. La formazione comprende Ficio e Paride (vocalists), Leo e Sean alla chitarra, Pietro al basso e Samurai alla batteria.
"Incarnation: The Mortal Coil" è la loro prima demo, registrata nel novembre 2007 ai Dreamforge studios di Modena. Quello che salta subito all'orecchio è la registrazione, abbastanza pulita e nitida (a differenza di centinaia di demo che sembrano registrate in presa diretta da una fognatura) che rende giustizia ad ogni strumento rendendo l'ascolto godibile.
Dopo un intro di 53 secondi che ci cala perfettamente nell'atmosfera del disco parte il primo brano, "As Flies Lay On Decayed Remains", brano articolato che alterna veloci blastbeats a mid-tempos ben costruiti, accompagnati da un riffing storpio che potrebbe ricordare i Dying Fetus del primo periodo (vedi "Purification Through Violence"), per poi finire con un bell'arrancare dal sapore quasi thrash.
Segue la più rallentata e soffocante "Incarnation part 1", che ci mostra le influenze doom/sludge del gruppo, per poi accelerare nel finale riprendendo la carica aggressiva e dirompente del primo pezzo. Si nota una certa capacità di costruzione dei brani, creando strutture abbastanza varie con frequenti cambi di ritmo senza risultare troppo prevedibili.
La terza traccia, "King Becomes Killer", è a parere di chi scrive la migliore del lotto: il riff iniziale, sorretto dalla batteria secca e precisa di Samurai, è ottimo e rimane impresso nella mente dell'ascoltatore. Il riffaggio è frenetico e velocissimo (specie nella sfuriata grind nella parte iniziale) e la struttura è davvero imprevedibile, in quanto si passa da un passaggio thrashy ad un tempo nervoso e stoppato in stile mosh.
"Incarnation part. 2" è forse il pezzo che meno rimane impresso all'ascolto, con un buon riffing ma che non presenta passaggi o spunti particolarmente degni di nota, pur mantenendo sempre una certa varietà compositiva ed una perizia tecnica ottima.
Un unico appunto che si potrebbe fare riguarda i growls, a tratti forse un po' acerbi dato che l'impasto sonoro del gruppo è abbastanza pesante e tagliente, ma che comunque non risultano sgradevoli all'ascolto come accade spesso nel genere (leggasi: Prostitute Disfigurement).
In sostanza, siamo di fronte ad una buona demo, convincente e ben suonata che, pur presentando leggere imperfezioni in qua e in là, ci mostra una band ben preparata con voglia di picchiare duro. Forse è troppo presto per giudicare il gruppo visto che i pezzi sono solo 4 e la durata complessiva è di un quarto d'ora scarso, troppo poco per avere un quadro complessivo, e pertanto il voto finale è condizionato anche da questo. In ogni caso, si tratta di un punto di partenza importante che lascia presagire ottimi sviluppi futuri.
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