Nella storia del dark-punk, del rock gotico, gli inglesi vengono ricordati come i migliori interpreti del genere. Effettivamante gruppi come Sisters Of Mercy, Bauhaus, Joy Division, Siouxie And Banshees, hanno scritto pagine importanti di questo stile molto in voga nei primi anni 80. Ma oltre l'oceano Atlantico c' era un gruppo formatosi nell' 82, che ha rappresentato per un paio d' anni un autentico incubo per i religiosi più incalliti d' America. Le pose del loro leader, Rozz Williams, morto suicida qualche anno fa, indicavano chiaramante un' atteggiamento eretico e blasfemo. Si presentava talvolta sul palco vestito da sposa o appeso ad una croce, simulando il sacramanto della comunione. A questo punto ci si aspetterebbe che la sua musica fosse lacerata da grida demoniache alla Marilyn Manson, sfregiata da poderosi riff heavy metal, e da ritmi industrial. No, niente di tutto questo. "Catastrophe Ballet", secondo LP e probabilmente vertice dei "Christian Death" ( dopo il primo storico "Only Theatre Of Pain", suonato con una line-up diversa ), è un concentrato di violenza subliminale, di dolore latente, un rituale di morte molto sottile, non urlato, ma finemente psicologico. Il suo cerimoniale non è sguaiato, scenografico, tutt' altro; E' elegante, sussurrato in un tono monocorde e catacombale, su tappeti di organo lugubre e di chitarre oniriche. I ritmi, ora snervanti rintocchi, ora pulsazioni marziali di punk malato, creano un clima di notevole tensione, angosciante e claustrofobico.
Il mezzo usato da Williams era molto più intelligente di tanti cloni emersi in seguito al boom del dark, e denotava una sensibilità musicale nettamante superiore. In definitiva, un disco che non ha nulla da invidiare ai più conosciuti manifesti del genere, ma che anzi si distingue per originalità e creatività. Bellissimo in ogni sua parte, è più "cult" dei "rivali", ma degno di pari, se non maggiore ammirazione.
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