La serie madre, diciamolo francamente, dopo sei stagioni era già divenuta noiosa e piena di schemi narrativi e stratagemmi triti e ritriti che la collocavano in una dimensione da ora di merenda per studenti universitari tra un pausa studio e l'altra. L'idea di trarre un prequel, o meglio un sequel che però narra la vicenda dell'iconico geniale Sheldon Cooper (Jim Parsons) da bambino nel profondo Texas, poteva sembrare una forzatura e un modo per mungere ancora qualcosa in termini di popolarità da una serie che si avviava stancamente ad una conclusione troppo posticipata (12 stagioni, Friends ne ha avute 10 ed è di ben altro livello). Detto questo la visione di questo "Young Sheldon" non aveva grandi aspettative e lasciava molte perplessità, come si poteva fare un'intera serie sull'infanzia di un protagonista che, per quanto ne sappiamo, non ne ha mai avuto veramente una. Invece no, mi sbagliavo. Via il linguaggio da sit com anni '70, via le camere fisse, le battute scontate, le risate posticce che hanno fatto di "Big Bang Theory" un prodotto che strizzava l'occhio troppo a capolavori come "Mary Tyler Moore" e "Friends". Dentro ambientazioni in esterni, passaggi di macchina ariosi, via le risate odiose a comando, dentro il ritmo, la trama e una recitazione non stereotipata ma vera e genuina. "Young Sheldon" è più vicina alle serie tv anni '90 e '00 ("Malcom in the Middle" vi dice qualcosa?), il livello di recitazione è almeno una volta superiore a quella della serie madre, gli episodi sono ben costruiti e curiosi tanto che anche chi non conosce minimamentre la serie da cui deriva può ritrovarsi a guardarla con piacere. La narrazione onnisciente è affidata al vecchio Sheldon (Jim Parsons) che ricorda i suoi anni infantili, siamo nella fine degli anni'80, facendoli vivere dal bravissimo Ian Armitage e svelando molti dei misteri della serie originale come la genesi della famosa esclamazione "Bazinga!", il rapporto con la sorella gemella Melissa "Missy" (Raegan Revord) dotata di un'intelligenza manipolatrice di notevole efficacia e con il fratello maggiore Georgie (Montana Jordan), apparentemente un stupido adolescente infatuato dei Guns and Roses ma dotato di un talento unico nel riconoscere e trovare le forature negli pneumatici. Il rapporto con i genitori è il perno su cui ruota la serie, soprattutto quello con il padre allenatore di football (Lance Berber) che soffre maggiormente il rapporto con un figlio speciale e diverso pur amandolo e assecondando in gran parte delle richieste assurde. La madre Mary è resa da una notevole Zoe Perry, figlia dell'attrice Laurie Metcalf che la interpreta invece nella versione adulta nella serie originale. In "Young Sheldon" si ride, la nonna pimpante è resa magistralmente da una Annie Potts in stato di grazia, ma si riflette anche sulla solitudine che un bambino dotato di una intelligenza fuori dal comune può patire nonostante si sforzi a dare a questo punto poca importanza, l'ultimo episodio della seconda stagione è esemplifcativo e da lacrime agli occhi.
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