Are you exctrements?

Vuoi per le psichedeliche digressioni o la nipponica provenienza, sta di fatto che questo sperimentale grindcore non dubito aggradi tra i tanti le care mamme acide, e se inerentemente il suono ci va decisamente di corpo, con ciò il mio più lontano dei giudizi narrerebbe di un disco che fa cacar. Comunque, questo esordio datato 1996 è una improbabile collisione tra massiccio grind e ventate di rocknroll, psichedelia, ed avanguardismi sia sonori che di forma.

Daddy’s Home

Tanta violenza sonora al servizio di una meticolosa esecuzione di stili, brani in formato lingue di gatto dove il classic rock è spesso come un ponte tra i vari plotoni di esecuzione; l’intero ascolto è infarcito di svariati ornamenti in un genere musicale che ormai mi suona intrigante solo quando, come in questo caso, le tracce presentano continui cambi di direzione, tortuosi sali e scendi e non completa nitidezza.

Very Very Blue Berry

Tra le cose ci si trovano screams di casa pattoniana, episodi che vanno a braccetto con i più estremi Naked City, urla al limite del gore, caotiche miscele di feedback, campionamenti, scatting senza bussola che ballano su grotteschi slap di basso, ed in generale tanto materiale per del buon crate digging in questo miasma metla. Per quel che mi riguarda, alla fine rilassa nella sua precaria presa di serietà, un po’ come adagiarsi una barba di schiuma da bagno.

Kyoshikanga

Questo disco è il suono da una caotica ed alienante Tokyo di lì a poco non dissimilmente figurata, personalmente lo piazzo tra i miei preferiti ascolti nel genere.

LP

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