If every angel’s terrible, then / why do you welcome them?

È andata così: le avevo viste a Verona tre giorni prima e già sapevo che le due sorelline Casady emanano un fascino particolare; poi, ammaliato dalla loro formula magica (melodie dal sapore antico poggiate su suoni-giocattolo) e dalle quattro chiacchiere scambiate con Sierra, non ho resistito: le ho seguite a Torino.
Ora, dovrete fidarvi ciecamente di me (e me ne scuso) per credere in questo 5/5; ma sappiatelo: la mia percezione, già poco lucida sin dall’inizio, sfumava nel fiabesco man mano che quel gioiello di spettacolo andava avanti.

Sul palco, le CocoRosie sono delle “maghe teletrasportatrici”, come le ha definite Devendra Banhart, il ragazzo prodigio di questa scena americana del “pre-war folk”.
Bianca (che poi è la sua ragazza) è truccata da direttore del circo con quegli strani baffi disegnati sul viso; preme con fare quasi autistico i pulsanti dei suoi giocattoli e ne vengono fuori versi di animali, drumbeat, sirene, voci e sferragliamenti bizzarri. Sierra, accanto a lei, con una lacrima nera da clown dipinta sotto l’occhio destro, suona la chitarra o a volte la tastiera, come adesso in Lyla, il loro pezzo più emozionante.

CocoRosie, Live in TurinMagia e trasporto, già… e incanto, aggiungo io: se non le vedessi suonare e cantare davanti a me, penserei a un carillon fatato, con due figure di porcellana finissima sopra.

Mi accorgo che dal vivo le loro voci sono molto più facilmente distinguibili che sul disco: emerge l’impostazione classica della bella (puramente bella, anzi incantevole) Sierra, eppure quella dominante è la voce di Bianca, meravigliosamente stridula, uno sguaiato miagolio, un rantolo schizofrenico.
Sierra, spesso, pizzica le corde di un’arpa, e l’atmosfera si fa sempre più fiabesca, come in Not For Sale, che chiude il concerto-incantesimo.

Il pubblico che riempie il Café Procope ne vorrebbe ancora, e anche io; ma mi consolo perché Sierra, appena scesa dal palco, viene verso di me. L’incantesimo di quell’angelo terribile, dolce e inquietante come la sua lacrima nera, continua; ma lo tengo per me.

…won’t you give me a kiss? / One of your soft sweet lagrimas…

Carico i commenti...  con calma