Occorre una premessa per avvicinarsi a questa musica, siamo nei primi anni '70 ed i supporti tecnici di quell'epoca per creare musica sperimentale elettronica erano veramente rudimentali, le fughe impazzite e selvagge erano la conseguenza del momento politico che si viveva allora e di questo occorre prendere coscienza per entrare in questa musica che portava con se grande forza rivoluzionaria, ecco perchè questi dischi sono un vero e proprio manifesto musicale di rottura tra generi e classificazioni. Conrad Schnitzler, dalla discografia infinita, nasce a Düsseldorf nel 1937 da padre tedesco e madre italiana e ci lascia a Berlino nel 2011 per un cancro allo stomaco. A ragione è considerato una figura assolutamente preminente del krautrock nel settore della musica sperimentale, è stato fondatore dei Tangerine Dream e dei Kluster per poi dedicarsi su lavori solisti e a diverse collaborazioni con colleghi musicisti sempre nell'ambito elettronico. Balu è sperimentazione grezza ed astratta prodotta da robot in disuso abbandonati e vaganti nelle oscurità sognanti senza tempo, abbandonati ad una esistenza eterna senza contatto umano, (provate a pensare al mercato della carne nel film A. I.) sono nastri in loop tagliati ed appiccicati come in un blob cinematografico, tutto freddo e poco orecchiabile, frammenti ripetitivi meccanici di suoni che provengono dallo spettro dei minerali, serve un ascolto sintetico e lisergico con propensione all'ipnotico, frammenti di città future costantemente sotto la pioggia atomica ed immerse in un perenne buio alla Blade Runner, un Hopper in un quartiere povero e semidistrutto, suoni di tempeste galattiche che solo le orecchie dei computer possono catturare e che provengono da pianeti scomparsi da millenni. Immergetevi con cautela, disco non facile, potreste essere contaminati.
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