Presentato al 50° Festival del cinema di Cannes, "L. A. Confidential" è finito per diventare uno dei film più osannati, e poi in brevo tempo oscurati, dell'ultimo quindicennio. La pellicola in questione è opera di Curtis Hanson, etichettato fin da principio come uno dei più promettenti cineasti americani, considerazione poi sfumata con il passare degli anni e di qualche film non propriamente riuscito. Eppure "L.A. Confidential" rimane una delle pellicole colonna del noir degli ultimi anni.
Il film venne girato tra la fine del 1996 e l'inizio del 1997. La presenza di attori del calibro di Russell Crowe, Kevin Spacey, Guy Pearce, Danny DeVito, James Cromwell e Kim Basinger lo elevò a film di culto, sebbene il tempo gli abbia tolto parecchie dosi di popolarità. Il film prende spunto dall'omonimo romanzo dello statunitense James Ellroy, pur prendendosi delle licenze d'improvvisazione non presenti tra le pagine del libro. La trama è troppo complessa e intricata per poter essere svelata: Hanson non si prende la briga di spiegare le diverse situazioni e sottotrame che si sviluppano all'interno della vicenda. Lo spettatore deve carpire i vari nomi e i molteplici eventi per non perdere il filo di un film che a volte, proprio per questa sua impostazione, rischia di diventare un polpettone mal assemblato. Grande merito per aver fatto coesistere insieme il tutto va allo stesso Hanson e a Brian Helgeland, che hanno costruito una sceneggiatura adatta a sostenere un film pesante sotto il punto di vista degli avvenimenti e dei colpi di scena.
Ciò che riesce meglio alla pellicola è soprattutto l'intrattenimento: al di là dei richiami tematici, "L. A. Confidential" convince dal primo all'ultimo dei 127 minuti che lo compongono, alternando dialoghi in pieno stile gangster movie anni '70, senza tralasciare una violenza che a tratti ricorda lo Scorsese di "Quei bravi ragazzi" e a tratti richiama il noir d'annata del "Chinatown" di Polanski. Una fotografia satura e perennemente orientata verso tonalità brune/ombrose (il nostrano Dante Spinotti non a casa venne candidato all'Oscar), contribuisce a rendere l'idea di una storia dai tratti realistici, ambientata in un passato non ben definito all'interno del film.
I tre personaggi Jack, Bud e Ed (rispettivamente Spacey, Crowe e Pearce), catalizzano l'intera vicenda e a loro modo servono al regista per descriverci in maniera differente i diversi modi di approcciarsi alla carriera lavorativa e le scelte differenti che si possono compiere. Tre "simboli" della polizia americana, troppo spesso invischiata in mugugni criminali e collusa con la mafia. Due ore in cui Hanson analizza dall'interno e dall'esterno la gerarchia del corpo di polizia statunitense, svelandone le contraddizioni e le azioni nefaste, avvalendosi della penna di Ellroy.
"L. A. Confidential" è un film godibile in ogni sua parte, girato in modo pregevole e con un'altrettanta pregevole fotografia. Una storia complessa e avvincente, interpretata da un cast stellare completa l'opera, che ai suoi tempi fece incetta di premi. Un noir tutto da godere...
2 Premi Oscar 1998: miglior attrice non protagonista (Kim Basinger) e miglior sceneggiatura non originale.
"A certi uomini tocca il mondo intero, a certi altri un'ex puttana e un viaggio in Arizona."
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