“Do you want to feel this way?”

Premetto, si tratta di una serie ingiustamente sottovalutata ma nello stesso tempo sono consapevole che possa non piacere a tutti.

Lanciata da HBO nel 2014, ‘The Leftovers’ narra in 3 stagioni le vicessitudini degli abitanti di una cittadina americana all’indomani dell’improvvisa sparizione nel nulla (dipartita) del 2% della popolazione mondiale. Bene, a questo punto potrete pensare che si tratta di una serie sci-fi e questo potrebbe portarvi a scegliere altri titoli, oppure decidete di iniziare ma, scontrandovi con una prima metà della stagione iniziale sottotono, decidete di lasciare. Il mio consiglio: proseguite. Date fiducia a questa serie che, come detto, parte molto a rilento ma sul finire della prima e nelle successive due sale di livello, complice anche una revisione della trama da parte dei sceneggiatori (tra i quali figura anche Damon Lindelof di Lost) a seguito di un calo degli ascolti.

Tutta la serie è volta alla ricerca di una risposta all’improvvisa dipartita, ma il filone che unisce le tre stagioni è in realtà la storia d’amore tra i due protagonisti Kevin e Nora, interpretati da degli ottimi Justin Thereoux e Carrie Coon.

In questa serie tutto ruota attorno alla figura dell’uomo, con le sue domande e le sue speranze, con le sue debolezze e la sua pazzia e soprattuto con la necessità di credere in qualcosa aldilà di questo mondo, ecco allora che vi troverete di fronte ad espressioni di fanatismo religioso, a sette, a santoni improvvisati, a personificazioni delle figure di Cristo e di Dio, ed in tutto questo sarete tenuti a chiedervi cosa sia giusto e cosa sbagliato, in cosa bisogna credere e in cosa no, perché in questa serie, come nella vita, ci sono tante domande ma poche risposte.

Infine, un grande merito della buona riuscita va dato alla colonna sonora da brividi firmata da Max Ritcher, con tutta la sua carica drammatica ed emotiva.

Si tratta certamente di una serie tv atipica, con tematiche trattate mai banali e ben lontana dal prodotto di massa nato per fare ascolti, ma se vi piace l’aspetto drammatico dell’uomo moderno allora vi consiglio di provare a guardarla, gustandovela da soli e a piccole dosi.

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