Volevo guardarlo e scriverci qualcosa.
Volevo vederlo e scriverne perchè in tanti ne avevano scritto malissimo eppure non ne erano poi così riusciti a convincermi. Alla fin fine quel filone di film iniziato da "The Cube", ambientati in un unico ambiente con lo scopo di creare tensione a palate, aveva prodotto almeno un paio di filmucoli interessanti. Se "127 ore" di Boyle non mi fece impazzire per "Open Water" nutro tutt'ora un'attrazione quasi carnale.
E' terrificante, impersona una delle mie più grandi paure da bambino (lo squalo, ringraziando Spilberg) e la butta nell'oceano per un'ora, senza quasi mai togliere l'obiettivo di dosso. Pinne e mare aperto, scene girate con gli squali a tu per tu con gli attori, riprese ottime e telecamere quasi amatoriali. Tensione a manettA (sì, scritto così, stile logo di un gruppo metal). Si chiamano horror no? Son robe che devon creare tensione no? E allora va bene così, inutile stare a discutere con chi ti dice che i protagonisti di "The Reef" (credo si intitolasse così, non ricordo) recitassero da cani o che in "Altitude" la trama è quasi più imbarazzante della recitazione. Quella è tutta roba marginale che ruota attorno a un più grande vortice di emozioni in punta di fiato, se è una cosa che riesci a capire bene, se non la noti spiegmi che ci sei venuto fare a vedere un film del genere???
Poi a lungo andare il gioco è diventato trito, qualucuno ha annusato il buisness e ci si è buttato. Così il mediocre "Frozen" e il brutto "Buried" sono usciti in mezzo mondo, e bene o male sono riusciti a portare soldi nelle casse della produzione. Insomma è ormai un microgenere, e come tutti i microgeneri ha le sue pecche e i suoi pregi. Ma soprattutto ha i suoi aficionados. Quelli che ne vedono uno che gli piace e poi ci sperano sempre. Finisce che se li guardan tutti e riescono pure a farseli piacere (a me è piaciuto il sopracitato "Altitude"... Film imbarazzante ma che volete che vi dica, se almeno ci provi a creare "tenscion end saspens" mi freghi come vuoi).
Appartenendo a questa sfortunata cerchia di persone socialmente disturbate io questo film l'aspettavo sul serio. Non al cinema ovvio, ma l'aspettavo; incurante di tutti i pregiudizi che a forza, recensori e sedicenti tali, cercavano di ficcarmi nel cervello con un accanimento quasi patologico.
Ho quindi cominciato a vederelo con le migliori intenzioni. Con la voglia di scovare quei tre secondi decenti in 90 minuti di probabile liquame, ed erigermi a massimo potefice dell'arte cinematografica. Mettere voi e tutta la critica planetaria a tacere. Mostrarvi cosa si riesce a notare in un film con un po' di occhio buono, quattro sacchetti di pop corn, e zero pretese. Non solo, volevo anche dimostrarvi come piccoli dettagli possano modificare l'intero sviluppo della storia del cinema. Con un po' di fantasia si può dire e probabilmente dimostrare che anche il reboot di spiderman (lanciato a dieci anni dal primo capitolo della ormai vecchia saga di Raimi) sia, a conti fatti, una svolta importante per la storia del cinema. Non vedo quindi per quale motivo sarebbe dovuto essere difficile dirlo di un film che difendere era estremamente semplice dato che era suffciente dire "non è vero che è un film di merda, siete voi che cercate il cioccolato in salumeria" (questa l'ho rubata a uno bravo). Poi, dopo una ventina di minuti non ce l'ho fatta: ho interrotto la visione e ho cominciato a prendere appunti (mai fatto prima in vita mia).
Al cinquantaseiesimo minuto di visone, dopo un calvario piatto, composto di niente e nulla, una porta sbatte facendomi trasalire per una frazione di secondo. Preso dall'incredulità stoppo il film, riporto su carta l'incredibile stupore misto alla rabbia che porta quel momento, chiudo il documento, non salvo perchè sono troppo idiota e incazzato per pensare, e perdo praticamente tutto.
Senza quegli appunti scrivere la recensione come volevo scriverla mi è impossibile. Non c'è speranza che riesca a ricordarmi ogni singola puttanata degna di essere sottolineata al fine di riuscire a rendere l'idea della monnezza nella quale ci si trova. O forse la realtà è molto più semplice, e io dopo aver visto quest'abominio cinematografico non ho più alcuna intenzione di perderci del tempo dietro.
Quello che segue è ciò che è sopravissuto alla mia idiozia (poche righe buttate giù alla brutto dio). Non so se renda giustizia allo sdegno generale che provoca il film in ogni sua componente, ma è tutto quello che sono riuscito a salvare dall'abisso di ATM.
*** La logica del popcorn vs l'inabilità basilare= Tutto sommato si salva anche "Altitude", e "The Cube" sarà sempre <>***
La cosa più divertente sono gli attori che tentano di creare atmosfera quando è palese che al regista non glie ne frega una sega.
Non puoi non puoi, la storia è una merda ma chi se ne frega: io adoro "Altitude"! "Altitude": lo sdegno del cinema, lo schifo... Io l'adoro, sono di bocca buona, non chiedo nulla... Ma non puoi farmi un film horror ambientato in un ambiente solo e trattare la situazione come fossimo al liceo di Bay Side School... Un cavolo di compositore te l'hanno dato no, fallo entrare quando serve! Neppure il trucco di inclinare la telecamera ti viene in mente?
E' un horror? Gira un horror!!!
(Qui è dove ho perso gli appunti vi perdete cose che non ricordo e un sacco di improperi rivolti a regia e produzione)
Tra le varie cose amene del film credo che dopo tre giorni dalla visione l'unica cosa che possa rimanere nella testa dello spettatore sia il carisma da chicco di riso del misterioso cattivo. Sì, lo so: "cattivo" non è un termine molto professionale. Ma ci si deve adattare agli standard della materia trattata...
Il film si chiude in una maniera che vorrei tanto raccontarvi ma non mi credereste. Vi chiedo di credere che quando ho penesato a una definizione per questo film la prima cosa che mi è venuta in mente è stata"il nulla circondato dal nulla che parte dal nulla e porta al nulla" .Il problema grosso di questa definizione è che non rende merito al perfido che sriscia tra i fotogrammi di questa pellicola. E' crudeltà pura, sfruttamento dell'hype condito da totale menefreghismo del rispetto del campo di gioco. Si prende un genere nascente (inutile certo, ma prima che diventasse un genere era the cube, che appena uscito era uno dei thriller più efficaci mai usciti e su questo nessuno si permetta di obiettare) e lo si suicida nel nome del "Ma sì, tanto vende comunque". Avere i soldi e spenderli a caso, produrre merda sapendo di farlo. Gli "sceneggiatori di Boris" l'avrebbero scritto con più impegno e David gnomo l'avrebbe diretto meglio. O per lo meno con più spirito.
Uno dei personaggi muore in una maniera così improbabile che mi son guardato tutti i titoli di coda (cosa che davanti a certe cose per amore del cinema NON si deve MAI fare) nella speranza di un "Ci sei cascato, guarda come sta bene". Non è arrivato, ma qualunque persona sana di mente non può che convenire che quella bionda, utile al nulla o quasi, non può esser morta così... Come dici??? Sì hai ragione: è spoiler... Ti ho rovinato la visione... Adesso questo film non lo vedi più per colpa mia... Certo... Accetto anche assegni, grazie.
Fine degli appunti.
Mi rendo conto che dovrei dirvi che ATM parla di tre ragazzi che entrano in un bancomat e, a causa della presenza di un tipo grande e grosso fuori dalla porta (forse più che fuori sarebbe corretto dire "a 30 metri dalla porta") decidono di non uscire. E dirvi anche che poi il tipo grosso è in effetti cattivo e cerca di ucciderli annegandoli nel bancomat (o tendendo una corda a caso li fuori, così quando i tizi scappano ci finiscono col collo e si tramortiscono. Sì è vero: erano più probabili le trappole di Kevin in "Mamma ho perso l'aereo", ma non ci posso fare nulla: il film è realmente così).
Però secondo me non è che sia poi così importante raccontarvi la non storia di questo non film. Credo sia più rilevante dirvi che alla fine muoiono tutti tranne il protagonista che viene ingiustamente accusato degli omicidi, e il cattivo si salva senza che si sappia per quale motivo avesse deciso di diventare il secondo angelo della morte più dimenticabile della storia del cinema. E' una cosa che ti dico perchè ti voglio bene. So che non ci credi, ma finisce così. In una scena che ti dice: ecco lui è il cattivo ha vinto. Fine. Tra l'altro è una scena così carica di pathos che rispetto a quanto visto fino ad ora sembra di essere sul set di "Rec"; e tu ti chiedi: "ma brutto stronzo, prima no eh?". Giuro, finisce esattamente così. Odiami se vuoi, tanto so di aver fatto una buona azione.
Ecco mi sono appena accorto che era già presente una recensione praticamente identica a questa, ma dopo aver visto 'sto film lasciatemi almeno la possibilità di sfogarmi.
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