Io, ragno.

Il nomignolo mi è stato dato da mia madre per la mia abilità nel creare intricate ragnatele con le corde. Sapete, è una delle mie passioni. L'altra mia passione è osservare la mamma mentre si veste, si ammira allo specchio, mentre mi cucina pietanze prelibate.

Purtroppo c'è mio padre. Eh, sì, purtroppo. Lui è uno di quei papà "frustacinghia" sempre pronto a dartele se fai una cosa che non gli gusta. Sempre pronto a fare un salto al più vicino bar doveha un appuntamento fisso con qualche pinta di birra. Ma io posso accettare tutto, tranne quando cerca di baciare mamma. Si vede chiaramente che lei non sopporta i suoi baci.

Papà è anche un gran puttaniere. Ora ha preso sta cotta per questa bionda ossigenata, mignotta di bassissimo borgo. Poco importa che se non fosse per i capelli sarebbe identica a mamma, mignotta resta.

Così, una sera, dopo che per l'ennesima volta mia madre era andato in giro a cercarlo e a scovare le sue marachelle, quel farabutto rincasa con la sgualdrina bionda, la quale si corica nel letto, dalla parte di mamma. E di mamma nessuna notizia. La bionda cerca, dico cerca, di comportarsi come lei, compreso il tentativo di cucinarmi buone cose, ma di mamma ve ne è una sola...

Nascondersi dietro un dito è difficile, immaginate cosa possa essere nascondersi dietro un filo. Ma se ad un filo ne accosti un altro ed un altro ancora, se provi ad incrociarli ebbene, allora otterrai una spessa ragnatela, dove potrai nasconderti ed attendere.

Perché a volte l'unica cosa che ti resta è l'attesa..

Un ragno rimane lì, fermo sulla sua tela ed attende...

I miei pensieri, le mie mani sono fili...

Tratto dal romanzo di Patrick McGrath (autore di bestsellers come Follia ed Il morbo di Haggard), sceneggiato dallo stesso scrittore, in questo film Cronenberg abbandona le metamorfosi corporali per spostare le sue perversioni sugli intricati meccanismi mentali.

Dennis "Spider" Cleg (Ralph Finnies) dimesso dal manicomio, in possesso di una sola valigia, trova accoglienza presso un pensionato, gestito da una severa megera. Comincia, quindi, un viaggio nei suoi ricordi di bambino: il complesso edipico nei confronti della madre (Miranda Richardson), il rapporto conflittuale con il padre (Gabriel Byrne), i dubbi sulla reale scomparsa della stessa.

In questo film non troverete carne scoppiettante ed osceni cambiamenti della stessa, ma lunghi silenzi, borbottii, pause irragionevoli. Il tutto viene presentato dal punto di vista di una mente schizofrenica, con i suoi equilibri precari, i continui capovolgimenti della percezione della realtà. Cronenberg non cerca di trovare un filo logico nell'alternarsi delle sequenze, lasciando allo spettatore la sensazione di essere nella ragnatela mentale di Spider in prima persona.

Il regista piazza una telecamera nel cervello del malato e ne mostra i pensieri. Egli da creatore di visioni, lascia che le stesse nascano da sè, prima nella mente dello sfortunato protagonista, poi in quella dello spettatore. Splendida l'interpretazione della Richardson, nel triplice ruolo della madre, della prostituta e della pensionante. Discreta anche quella di Finnies che, soprattutto con la sua mimica facciale, ben si cala nel personaggio.

In definitiva un film consigliato a chi ama restare intrappolato nella ragnatela sospesa tra il sogno e la realtà.

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