"Lo schermo televisivo, ormai, è l'unico vero occhio della mente umana".

A profetizzarlo, in quest'epoca di reality e continue pacchianate mediatiche, è David Cronenberg attraverso le parole del Prof. Oblivion, nel lontano 1982. La televisione si fonde nella realtà, sino a diventare "più reale della realtà stessa".

L'apogeo della "percezione del reale" attraverso lo schermo è 'Videodrome', di cui Max Renn (interpretato da James Woods) ne è prima l'ignaro fruitore e messaggero, per poi divenirne il carnefice. Max Renn incarna la realtà filtrata attraverso le onde magnetiche, egli stesso è spettatore di quanto gli succede ed al contempo protagonista.

Il film si sviluppa in un due piani strettamente concatenati in cui Max Renn, proprietario di una rete televisiva che dà in pasto al pubblico quello di più marcio e concretamente appagante c'è in circolazione, ossia porno sempre più estremi e violenza in generale, gioca in entrambi il ruolo di attore principale. Dentro il Videodrome, egli è un uomo in carne ed ossa in cui convoglia tutto ciò che ha trasmesso tramite il tubo catodico e, cioè, sesso e brutale violenza.

Al di fuori della scatola televisiva, invece, Max ha solo le sembianze di un uomo ma, in verità, è la trasmutazione dello stesso elettrodomostico, il burattino utile a Videodrome per massificare la sua videoparola attraverso il suo canale televisivo. Il video si è carnalizzato per far sì che venga esportato nell'ordinario e far divenire Videodrome più reale del reale stesso. Questo progetto, tuttavia, non viene portato a compimento perchè l'uomo fa prevalere il suo lato carnale in vista del raggiungimento di un nuovo livello, di una nuova carne, che si può ottenere attraverso l'uccisione di Videodrome e la morte della vecchia carne.

Videodrome è un'opera opprimente, nauseabonda, ossessiva. In essa traboccano tutte le componenti che contraddistinguono la filosofia cronenberghiana, tant'è che ne è considerato il manifesto della sua filmografia. Secondo molti critici uno degli aspetti più ricorrenti nei films del regista canadese è il pessimismo, derivante dall'esperienza traumatica vissuta in giovinezza allorchè vide il padre morire lentamente di un male incurabile.

A mio parere, invece, il messaggio che ci vuole rivelare, attraverso manifeste ossessioni ed apocalittiche visioni, è solo all'apparenza negativo. La speranza, infatti, attraverso il dolore e la metamorfosi corporale, è quella di raggiungere una nuova vita, attraverso la nascita, appunto, di una nuova carne.

Per questo motivo non possiamo che urlare "Morte a Videodrome, gloria e vita alla nuova carne… ".

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