Chi ha letto qualcuna delle mie recensioni precedenti sa che sono piuttosto pacato e che, al massimo, mi esalto quando c'è da descrivere qualcosa di particolarmente bello. Raramente parlo o scrivo di cinema arrabbiato o, come oggi, furibondo.

Lights Out - Terrore nel buio di David Sandberg. Uno degli horror più discussi dell'ultima stagione cinematografica, insieme a It Follows, che ancora devo recuperare, e The Witch, uno dei pochissimi capolavori del cinema orrorifico degli anni 2000 (almeno tra quelli prodotto in occidente), si è rivelato ai miei occhi come uno dei prodotti di genere più scadenti che io abbia mai visto. Uno spreco di tempo della breve, almeno sulla carta, durata di 1 ora e 20 circa, in cui si susseguono clichè su clichè (che ormai speravo si fossero dissolti nel più nero dei dimenticatoi), i cui protagonisti sono tra i più stupidi e irritanti che siano mai stati creati, nonchè tra i più scialbi e piatti.

L'idea di fondo potrebbe anche essere carina: un'entità misteriosa che si manifesta solo al buio e che scompare quando viene illuminata perseguita una famiglia (dei quali componenti nemmeno ricordo i nomi, giusto per mostrare il piattume generale di questo "film"). Non tra le idee più originali ma nemmeno la solita storia. Le trovate dello sceneggiatore, però, prendono quest'idea carina e la trasformano nel solito, ennesimo, insopportabile film a cui ormai siamo abituati: porte che sbattono, luci che si spengono, e BUH! il mostro brutto e cattivo che ti urla in faccia.

Non c'è la benchè minima atmosfera, l'aria che si respira è quella di un film normale in cui però, ogni tanto, la musica e delle urla ti stuprano le orecchie. Basta. Niente di più. Questa è la terribile malattia che ha infestato il cinema horror degli anni duemila: la paura ha lasciato il suo posto allo spavento (tranne che in pochi, rarissimi, casi). Due concetti che, ad una prima e superficiale analisi, potrebbero sembrare piuttosto simili. Ma, in realtà, sono profondamente diversi: la paura è quella cosa che ti cresce a poco a poco dentro, è quel mostro che ti pesa sulle spalle durante tutta la visione del film, è quel seme marcio che ti si instaura nella testa e lì fa le sue radici, perseguitandoti per giorni, facendoti guardare attorno con sospetto ed ansia. Lo spavento è quando ti fanno esplodere un palloncino accanto all'orecchio: salti sulla sedia, ok... hai il cuore che va a mille, ok. Ma non ti dà alcun tipo di emozione profonda se non irritazione.

Non voglio fare il cinefilo nostalgico per cui "i film di una volta erano meglio", anche perchè nemmeno troppo raramente questa è un'affermazione piuttosto errata (e perchè a nemmeno 22 anni non posso nemmeno permettermi questo lusso). Ma una cosa la voglio dire: sono stanco delle solite porte che scricchiolano, della musica spacca-orecchie e dei mostri brutti che ti urlano in primo piano. Io voglio la paura, voglio quella sgradevolissima sensazione che un vero film horror dovrebbe suscitare. Voglio passare notti insonni.

Perdonate questa mia sfuriata ma, come dice un noto canale di videogames su youtube, "le cose vogliono dette". Dovevo sfogarmi in qualche modo e la recensione di questo aborto del cinema contemporaneo mi sembrava l'occasione perfetta.

Carico i commenti... con calma