Leggenda, mito, chitarrista straordinario dotato di una voce sopraffina e infine icona di un gruppo che ha fatto la storia della musica rock.

Questo è David Gilmour.

Un musicista come pochi altri in grado di stupire e regalare emozioni tra le più intense. L'album "On an island" (del quale farò una recensione in un prossimo post) davvero magnifico ha fatto si che il buon David pianificasse un tour mondiale in supporto proprio alla sua ultima fatica. Tour mondiale che ha toccato fortunatamente anche l'Italia. Il nostro infatti si è esibito per ben due serate consecutive al teatro degli Arcimboldi di Milano.
Una cornice davvero meravigliosa per quello che secondo il sottoscritto è stato e sarà l'evento musicale dell'anno. Il teatro, sfarzoso nella sua magnificenza, è inoltre dotato di un'acustica splendida, ideale per assaporare al meglio il concerto. Seduti comodamente in poltrona abbiamo pazientemente aspettato l'inizio della performace, trepidanti. Il palco, davvero enorme ma nello stesso tempo scarno ed essenziale, si presentava con i vari strumenti della band.

Alle nove in punto, si spengono le luci e un boato accompagna l'ingresso di Sir Gilmour. Imbracciata la fedele Stratocaster pizzica le corde per un intro maestoso, dove le note della chitarra si stagliano nell'irreale ammirato silenzio di tutto il teatro. Intro che sfocia nella bellissima "On a island", title track e uno dei pezzi più belli dell'ultimo disco del nostro. Canzone meravigliosa, dalla melodia cristallina e dalle atmosfere tipicamente floydiane, dove è la chitarra di David a farla da padrone, con un assolo liquido e terso, davvero da brividi.
Egli è coadiuvato da una band affiatata e tecnicamente eccelsa, nella quale spicca la presenza dell'ex Floyd Richard Wright alle tastiere e all'hammond. Ad esso si aggiungono Phil Manzanera alla chitarra e voce, Guy Pratt al basso, Steve DiStanislao alla batteria, John Carin alle tastiere e Dick Parry ai sassofoni.

David annuncia che il concerto si dividerà in due parti, e nella prima eseguirà tutto il suo ultimo album e subito dopo la band attacca "The blue". Brano giocato sulla melodia e cantato all'unisono da tutti i membri della band. Tra i momenti migliori della prima parte sono senza dubbio da segnalare "This heaven", bellissima blues song con un lavoro di fino del buon David alla slide e la bellissima "Then I close my eyes". Ma tutta la prima parte è stata coinvolgente e magica a testimonianza della pregevole fattura dell'ultima fatica in studio del chitarrista. A questo punto la band lascia il palco. Degna di menzione è l'ovazione che ha accompagnato la presentazione delle band e in particolar modo Richard Wright, visibilmente commosso da tanto calore e affetto.

Dopo una breve pausa di circa venti minuti le luci tornano a spegnersi. Si intravede la figura di David sul palco e poco dopo le prime note di "Shine on your crazy diamonds" riecheggiano in tutto il teatro. È l'apoteosi, sembra di ritornare indietro nel tempo, un'emozione che le parole a malapena riescono ad esprimere. Alla chitarra del leader si associa il liquido hammond di Wright, per esplodere nell'esibizione corale della band, per quella che è una delle più belle canzoni di sempre. Una versione quella del Gilmour solista diversa da quella floydiana, con una parte centrale solo voce, chitarra e hammond che non toglie però nulla alla magia e alla bellezza del brano. Tra i momenti migliori di questa seconda floydiana parte sono senza dubbio da menzionare il medley "Breathe/Time/Breathe", di una bellezza disarmante, così come la riproposizione di "High hopes" pezzo splendido cantato insieme al buon Richard. Chiusura del set con l'epocale "Echoes" riproposta in tutta la sua interezza e bellezza, per quello che è stato uno dei momenti più intensi e memorabili di tutto il concerto.

Un'autentica ovazione da stadio accompagna l'uscita della band che da li a pochi minuti ritorna per i bis. Si sente partire un intro e poi David imbraccia la chitarra acustica. Si è proprio "Wish you were here". Qui il nodo alla gola ormai prende il sottoscritto come penso tutti i presenti e lacrime di commozione infrangono il volto di più di uno spettatore. Una canzone meravigliosa, forse la più bella di sempre. Era una vita che aspettavo di sentirla fatta dal vivo dai floyd e in parte questa sera ci sono riuscito. Spettacolare l'assolo di chitarra acustica degna testimonianza della classe del nostro. Il momento emozionalmente parlando più alto di tutta l'esibizione. Chiusura con la splendida "Comfortably numb", sigillo perfetto per una perfomance stupenda. Il buon David ringrazia il pubblico per il calore riservatogli e assieme alla band lascia il palco.

Il concerto è finito, con ancora le note di "Wish you were here" nelle orecchie lasciamo il teatro e ci immergiamo nella fredda notte milanese, stanchi ma felici per avere assistito a un concerto epocale. Un grande plauso a David Gilmour, così come alla band, per essere riuscito a convogliare in un'unica intensa performance i propri brani e i classici della band madre. Grande merito va inoltre dato al tecnico delle luci Marc Brickman che con il suo genio ha creato effetti luminosi davvero sensazionali.

Ora non ci resta che sperare in nuovo disco e in una nuova tournèe del nostro.

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