"See how the sky is made of sapphire,
The colours flowing through our hands,
the moon is fire in your hair,
a million miles beyond what science understand"

Il percorso artistico di David Gray rappresenta l'esatto opposto di quello che generalmente seguono i nuovi artisti della scena musicale. Un talento rimasto nascosto per alcuni anni, ma non sfuggito a una multinazionale discografica che decise da subito di scommettere su quello che molti entusiasti consideravano l'erede di Bob Dylan.
Dopo tre album pubblicati per la Virgin, sentitosi imbrigliato da un contratto discografico pressante e dimostrando che l'amore per la musica era più forte dell'odore dei soldi, questo giovane inglese di nascita ma gallese d'adozione, decise nel 1997 di autolicenziarsi e cominciare ad autoprodursi scrivendo nel calore della sua casa. Senza bisogno di musicisti attorno a sé, David ha riposto per un momento l'amata chitarra acustica cominciando a lavorare con sintetizzatori e tastiere. La scelta lo ha premiato, grazie alla sua Babylon e a un interessante connubio sperimentale/cantautoriale, David ha varcato i confini della manica con quel White Ladder che tutti considerano il suo miglior lavoro."And i know there's a light at the end of the tunnel, 'cause i taste it on your lips..."

Eppure David non era questo, dov'è finito quel giovane che solo con la sua chitarra, un piano e una voce struggente, quell'ibrido mai nato tra Van Morrison e Tracy Chapman, era capace di farti scorrere brividi emozionali con assolute poesie trascritte in musica?
"Cause when i hold you naked, when i see you laugh, i got a sword to stem the rivers and cut the moon in half". David Gray era questo, era una dichiarazione d'amore urlata e sussurrata al mondo, il grido di chi aveva la forza del vento dentro di sè.

"And i'm trying to spell what only the wind can explain" canta David in Flesh, suo secondo album risalente al 1994. Un album appassionato e poetico, dove già al secondo brano "Turn Out The Light" David invita a spegnere la luce e cominciare a piangere ("Tears falling slow, from the bridge to the river below" canta in "Coming Down"), a lasciarsi cadere nel torpore emozionale ("Falling Free") per spogliarsi di ogni freno e finalmente cogliere "The Mystery Of Love" ("that ... it just keeps growing...")
Dieci raffinate canzoni, tra splendide ballate acustiche, riflessive armonie di pianoforte e aggressive autodichiarazioni, per capire veramente il talento di un cantautore che si sta perdendo in inutili sperimentazioni elettroniche.

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