"Mi piacciono moltissimo i libri usati che si aprono alla pagina che l'ignoto proprietario precedente apriva più spesso"
Una delle magie del cinema, ma anche soprattutto della letteratura, è quella di raccontare le vite di uomini e donne, non importa se vissuti realmente o totalmente inventati, basta che questi siano descritti da qualche riga o qualche sequenza e subito entriamo nelle loro storie ed è questo che poi ci lascia alla fine dentro di noi quel senso di vuoto, si proprio come quella sensazione che si prova subito dopo aver lasciato un caro amico con cui abbiamo passato una piacevole giornata.
Non è molto frequente che da romanzi epistolari vengano tratti dei film, ma fortunatamente qualche volta si fanno eccezioni, piacevoli eccezioni; e questo è il caso del romanzo "84 Charing Cross Road" della sceneggiatrice americana Helene Hanff.
Il film riporta in immagini la corrispondenza tra la Hanff (Anne Bancroft) "Sono una scrittrice senza soldi che ama i libri d'antiquariato, ma da queste parti è impossibile reperire le opere che desidererei avere se non in edizioni molto costose e rare, o in copie scolastiche, sudicie e scribacchiate, della libreria Barnes & Noble" e un libraio londinese (Anthony Hopkins) specializzato in vecchi volumi usati; la storia che ci viene raccontata non assume mai, come si potrebbe pensare, i risvolti tipici di una possibile storia d'amore nata tra le righe (vedi "The Lake house"), anzi se di amore platonico si può parlare questo può essere riferito alla passione per la lettura che i due protagonisti hanno e che anima le loro lettere "Sarà positivamente meravigliato di sentire (da me che odio i romanzi) che sono finalmente approdata a Jane Austen e che ho assolutamente perso la testa per Pride and Prejudice, al punto che non riesco a decidermi a restituirlo alla biblioteca fino a che lei non ne troverà una copia tutta per me". Molto estroversa lei, lui dalla ironia tipicamente britannica, passano vent'anni della loro vita (dal 1949 al '69) a raccontare e raccontarsi, coinvolgendo tutte le altre figure che ruotano attorno alle proprie esistenze.
Un gusto per i ritratti intimi e i toni delicati fanno di questo film un delizioso omaggio alla vita e al tempo che scorre, un cinema di riflessione sui sentimenti e i rapporti umani, a tratti malinconico e toccante non può non aprire a riflessioni sul significato dell'amicizia e della generosità umana; si può dare e ricevere molto da persone lontane e mai incontrate e nulla da quelle con cui viviamo insieme tutti i giorni, ma anche su ciò che lasciamo di noi alle persone che ci hanno incontrato o scontrato casualmente in quella strada chiamata vita.
Abile David Jones a rendere fluido il continuo salto tra Londra e New York, il film ha nei due protagonisti tutta la sua forza espressiva e lo consiglio a tutti quelli che amano le persone e le storie che le accompagnano.
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