Dopo le claustrofobiche inquadrature e i corpi sudati nelle celle del bellissimo “Starred Up”, passato in sordina qualche anno fa tra l’indifferenza generale, il britannico David Mackenzie si sposta nelle ampie praterie del Texas occidentale per filmare una delle sorprese dell’anno. Se in “Starred Up” la ricostruzione di una famiglia passava per un racconto di formazione dietro le sbarre, in “Hell or High Water” i personaggi cercano di salvare quello che rimane di una famiglia e la sua eredità prima che le banche si portino via tutto.

La riproposizione degli stilemi narrativi e stilistici calati in un contesto moderno fa ricadere “Hell or High Water” nel filone Neo-Western, in un Texas dove i cowboy non devono difendere le loro case dalle scorribande indiane ma dalle scadenze dei prestiti ipotecari. Nei dialoghi ben scritti e intrisi di malinconia si può scorgere l’ombra dell’America “great again” di Trump, dove sono due fratelli del posto senza nulla da perdere a ricoprire il ruolo di bandidos che di solito spetta ai messicani, tra la sorpresa generale dei due Texas Ranger al loro inseguimento.

Scritto da Taylor Sheridan e rimasto in cima alla black list delle sceneggiature di Hollywood per diversi anni, “Hell or High Water” non prova a fare nulla di nuovo, ma quello che propone lo mette in campo con una tale solidità e consapevolezza delle lezioni dei maestri che non si può che applaudire. Mackenzie ha fatto i compiti a casa, serve sul piatto un film che respira dei suoi paesaggi sconfinati e risplende di poesia quando si ferma a prendere fiato un attimo prima della tempesta.

Distribuito in America ad agosto, quasi a monito di cosa sarebbe successo alle presidenziali di pochi mesi dopo, in Italia lo si può trovare sul catalogo Netflix per i fortunati possessori di un abbonamento, anche se i suoi campi lunghissimi avrebbero meritato il buio di una sala. Tre parole sugli attori prima di chiudere. Se Chris Pine si stacca finalmente dal cliché del belloccio per proporre una solida performance e Ben Foster conferma la fama di giovane caratterista tra i più sottovalutati in circolazione, Jeff Bridges ruba prevedibilmente la scena a tutti. Guardare il suo Texas Ranger arrancare con la panza ansimando e biascicando per l’ultima caccia al ladro prima del ritiro, scherzare col suo partner sulla morte che potrebbe arrivare da qualsiasi angolo in qualsiasi momento, e che tutto sommato per lui sarebbe meglio così, è uno dei più grandi piaceri di questo triste 2016 ormai agli sgoccioli.

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