Album di debutto nel 2005 per i Defacing, band cilena di recente fodazione che esordì nel 2003 con l'Ep "The Begining Of Human Cruelty" (praticamente impossibile da trovare, contiene canzoni che non ci sono su questo Lp anche se registrate maluccio).
Ora, qualcuno di voi si starà chiedendo cosa mai ci sarà da aspettarsi da una band Brutal Death proveniente dalla cordigliera delle Ande; beh, se non fosse che avevo già ricevuto un'eccellente impressione dai connazionali Coprofago io non gli avrei dato una cicca, anzi forse avrei creduto di trovarmi di fronte degli altri Krisiun (gosh!) e un altro album straccia marroni. Invece, per grazia ricevuta, non è così e benché lo stile di tali Defacing sia molto diverso dai suddetti Coprofago, sfornano un prodotto di quasi altrettanta qualità; naturalmente qui di raffinato e jazzistico non c'è proprio niente, ma per essere un disco Brutal Death è veramente non male.
Considerato poi che è il cd d'esordio e che questi qui vengono da "chillo paise" (espressione portoghese per indicare un paese sconosciuto ai più), "Spitting Savagery" potrebbe ricevere l'alloro.
Ora, sapete tutti che da tre quattro anni a questa parte va di gran moda lo Slam (il pane di gueddo666), una corrente del Brutal Death che poggia sulla violenza sonora più intransigente e, a parer mio, inconcludente. Diciamo che, come qualche anno fa in giro si trovavano solo cloni di Cannibal Corpse e Deicide, ora ci sono in giro (specialmente nell'underground) solo cloni di Devourment e compagnia bella.
I Defacing, pur influenzati parzialmente da questo filone, riescono a non farsi trascinare dalla corrente e generano un Brutal Death fottutamente pesante ma non stantio come lo slam. La ricetta è semplice; prendete un riffing tecnico ma non eccessivo e mescolatelo con qualche passaggio schiacciante tipico della scuola californiana (Disgorge in primis). Quello che ne esce è un lavoro che non delude i tradizionalisti e accontenta i fan esigenti.
Citare gruppi di riferimento diventa difficile perché le ispirazioni provengono da numerose altre formazioni di Brutal Death americano: impossibile non citare i Suffocation e gli Immolation, ma anche Deeds Of Flesh e Disgorge e perfino in qualcosa i Cryptopsy. Non so se sia io ad essermi fatto suggestionare dalla presenza in chiusa della cover di "Phobophile" (lo so già che alcuni di voi saranno già in sollucchero), ma un certa influenza dei canadesi in alcuni riff e in alcuni tempi io ce la sento. Il riffing, per la maggior parte del tempo completamente schizoide, si risolve spesso in passaggi rocciosi e parecchio oscuri: niente assoli se si esclude qualche abbozzo (dei tapping schifosetti) messi qua e là, fattore che maggiormente li avvicina allo Slam. Belle le parti di batteria, come da tempo non ne sentivo; più che una grande tecnica, il Drummer punta sulla creatività, regalando varianti sui Blast Beat che non sfuggono ad un orecchio esperto e/o che ne ha le palle piene dei soliti ritmi usati da mezzo milione di complessi. La voce lascia un po' delusi; un cantante un po' più vivace avrebbe reso il lavoro un po' più personale, mentre questo tizio al contrario lo appiattisce abbastanza col suo ringhio sempre uguale. Se vi state domandando perché io non vi parli del basso, sappiate che non sono io ad essermene dimenticato ma loro!
Non mi è difficile individuare canzoni rappresentative; la seconda "Flagellated By Insanity" (secondo me la migliore dell'album) e, sembra un paradosso, proprio la cover "Phobophile". Il paradosso è che, pur non essendo una loro canzone, l'interpretazione che ne danno rispecchia tutto il loro modo di concepire il Brutal Death metal; dopo una partenza meticolosa e molto simile all'originale, i Defacing trascendono nel caos più puro dello slam trasformandola in un'accozzaglia di riff sparati a velocità doppia dell'originale e molto più distorti.
"Spitting Savagery" è un disco che, siccome oggi mi sento severo, non prende il massimo dei voti anche se in altre circostanze ci potrebbe benissimo arrivare: un cd che attinge dai migliori del Brutal Death per creare uno stile personale senza per questo buttarsi nell'avanguardismo o scadere nell'anacronismo. Se lo trovate da qualche parte, non indugiate a farlo vostro.
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