Rihanna
La vedrei molto meglio su pornhub che come cantante di più
Blind Guardian
La dirompenza granitica di "Imaginations From The Other Side" e la bellezza eterea di "Nightfall In Middle-Earth" bastano e avanzano per un bel cinque. E poi, il primo amore non si scorda di certo. di più
The Clash -London Calling
Disco epocale, uno degli album della mia vita. Oggettivamente con il successivo è quasi impossibile scegliere, dato che il periodo creativo dei Clash tra il 1979 ed il 1980 resta incommensurabile, ma a questo ci sono (forse) più legato. Facciamo una cosa: me li tengo entrambi. di più
AC/DC
Amo con Bon Scott.
Odio con Brian Johnson. di più
Ramones
Uan, ciù, trì, fò... Il faiv lo metto io. di più
The Clash -Sandinista!
Piena e pachidermica bulimia creativa. di più
Gianluigi Gasparetti
R.I.P. - La sola persona in Italia che poteva parlare con cognizione di causa di Klaus Schulze. Ovunque tu sia buon viaggio dall’altra parte Gianluigi! di più
The Smashing Pumpkins
"Siamese Dream" e "Mellon Collie..." sono due capolavori di dimensioni stratosferiche. Anche "Gish" è piuttosto bello, visto che offre all'udito un Grunge di ottima qualità. di più
Labradford -Mi Media Naranja
Ascoltare questo disco è come prendere una lenta scala mobile dalla Luna verso l'infinito. di più
Lucio Battisti -Una giornata uggiosa
Del periodo con Mogol è in assoluto quello che ascolto di meno. Non che sia un disco brutto, anzi è suonato alla grande ed ha da parte sua title-track e Nastro Rosa che sono tra il meglio del repertorio Battistiano. Le altre canzoni sono di un paio di gradini inferiori, anche se ho sempre avuto un debole per “Gelosa cara”. Qui però si capisce come la benzina con Giulio Rapetti fosse ormai agli sgoccioli, e si sente a tratti un disco un po’ stanco, come se volesse in un certo senso ripetere la magia del precedente, non riuscendoci a pieno. È comunque un buon epitaffio di un’epoca memorabile, e mai più le parole di Mogol saranno così significative: “chissà che sarà di noi, lo scopriremo solo vivendo.” 4 pallonze abbondanti. di più
Lucio Battisti -Io Tu Noi Tutti
Ottimo album, il primo delle grandi produzioni Pop-Internazionali, trainato in larga parte dai due singoloni capolavoro: “Amarsi un po” e “Sì, Viaggiare”. Il resto delle canzoni sono comunque su buoni livelli, con un paio di perle come “L’interprete di un film” e “Neanche un minuto di non amore”. Tuttavia sia il precedente che il successivo li trovo superiori, sicuramente. di più
The Smiths
"Over the moor, take me to the moor... Dig a shallow grave and I'll lay me down..."
Mai nella mia vita riuscirò a togliermi dalla testa la bellezza di queste lyrics... Gruppo da brividi. di più
Tool
Il loro Alternative Prog. è un qualcosa di assolutamente unico... Come si fa poi a non amare la voce di Maynard James Keenan?
Album preferiti: "Lateralus" e "Ænima". di più
Levante
In un Lago di granite sciolte, percepisco freschezza pura in ml (cit) di più
Levante
..IL NIENTE. di più
Silver Jews -Starlite Walker
Non è un pomeriggio piovoso, neanche una notte stellata e neppure una giornata triste. E' un giorno come tanti altri. Non sono ne malinconico, ne allegro. Sono come spesso si sente una persona che ama la musica, il calcio, il cinema, il buon cibo e le belle ragazze (when i was young). Ho iniziato ad ascoltare musica a 14 anni, era l'anno 1964, C'erano i Rolling, i Kinks, i Them, c'era soprattutto Bob Dylan e a seguire Neil Young. Dopo sono arrivati tanti altri. I miei ricordi sono sui Nirvana, Alice in Chains, Satcell e tanti altri. In tempi recenti ascolto tanta musica al femminile, considerato che le band di adesso hanno come cantante una donna. Spesso però ritorno su band quali Sparklehorse, Califone, Dirty Three, Duster e Silver Jews. Si i Silver Jews di David Berman, il quale nell'agosto del 2019 si è fatto fuori. L'album che preferisco è Starlite Walker. Non so il motivo. Forse perché quando l'ascolto, cosa strana, vedo che la luce del cielo si indebolisce. Sarà un caso? Boh!! di più
The Pogues -Rum Sodomy and the Lash
Dopo un esordio fulminante un secondo disco che è conferma e maturazione (poi giunta a compimento con "If I Should Fall...") allo stesso tempo, mantenendo le stesse meravigliose coordinate in verde ma aggiungendo quel pizzico di varietà in più e risultando, almeno a me, anche un poco più "corposo" rispetto alle Rose Rosse (Per Me). C'è un forte filo conduttore qui (ma in generale con certe irish ballads), anche soltanto nella musica e negli arrangiamenti, tra alcune favolose ballate (che siano scritte da Shane o siano tradizionali o comunque classici altrui-Bogle e MacColl-) irlandesi e certe ballad americane di stampo simile, altrettanto ubriache, altrettanto malinconiche e struggenti. E tanto per conferma, nella ristampa cd c'è un poemetto scritto appositamente per loro da tale Tom Waits, che guarda tu ha questo disco tra i suoi preferiti. Poi ogni tanto il riferimento al territorio "di sbarco" diventa proprio voluto ("Jesse James" per dire). La qualità media dei pezzi ? Enorme. La produzione è della vecchia volpe Elvis (quello che nel 1985 non stava sull'isola deserta intendo). Tra le chicche "I'm a Man You Don't Meet Every Day" cantata però dalla voce femminile di Cait-futura signora Elvis-O'Riordan, perché anche i Pogues alla fine un pezzo folk-irish con voce femminile dovevano farlo, non è mistero che calzi sempre a pennello. di più
Lucio Battisti -La batteria, il contrabbasso, eccetera
Ennesima perla dello zibaldone Battistiano dove, fin dal titolo (il contrabbasso, la batteria), si tende a sottolineare l’aspetto “ritmico” preponderante del disco. A parte che è uno dei dischi meglio suonati della sua discografia, con tre musicisti con quattro coglioni ciascuno come session-men (Ivan Graziani-Hugh Bullen-Walter Calloni), ulteriori scoperte di Lucio, e non è un caso che suoneranno, tutti o parte di essi, nei migliori album del periodo (oltre a “Ballata per 4 Stagioni” di Graziani, li ritroviamo in “Ullalla” di Venditti, in “Maledetti” degli Area ed in “Sugo” e “Diesel” di Finardi ad esempio). Un album ritmo-tribal-dance con alcune reminiscenze psichedeliche, meno Pop rispetto ai tre successivi sicuramente (fatta eccezione per il singolone “Ancora tu”, super ispirato nonostante tutto), ma dove i pezzoni abbondano, su tutti “Il Veliero”, un brano che farà scuola, e su cui secondo me gruppi come RHCP hanno basato una carriera (“Can’t Stop” è uguale, siamo ai limiti del plagio). di più
Lucio Battisti -Una Donna Per Amico
Il disco Pop-Soul per eccellenza di Battisti. Suonato ed arrangiato in maniera magistrale, senza una sola sbavatura. Per me costituisce l’apice della seconda fase Mogoliana (1976–1980), quella più Dance/Pop Internazionale (3/4 di questi album furono incisi all’estero). L’intro di “Prendila Così” è, ad ogni ascolto, sempre qualcosa di sublime. di più