Edoardo Bennato -I Buoni e i Cattivi
Questo è veramente, veramente bello. Sotto solo all’imperatore per quanto mi riguarda... 5 pieno. di più
Antonello Venditti -Cuore
Qui Antonello stava per finire la riserva, ma ancora riusciva a tenere il passo (“Notte prima degli esami” e “Qui” su tutte). I due dischi successivi avranno ancora una manciata di buone canzoni, poi il crollo totale e definitivo. Milioni e milioni di copie vendute di album orribili. Voto? Direi che un (quasi) 4 possa andare bene. di più
Antonello Venditti -Lilly
Ormai per questo disco non ho più parole, ma solamente un voto. Oltre il capolavoro. di più
Pino Daniele -Musicante
Gran disco, spesso sottovalutato/bistrattato. 4,5 di più
Pino Daniele -Pino Daniele
non servono definizioni, bastano solo "chi tene o mare", "il mare" e "je so pazzo" per il 5. di più
Antonello Venditti -Benvenuti in paradiso
Se tra l’84 e l’88 qualche perla disseminata qua e là ancora la si poteva scorgere, da qui in avanti il povero Antonello si sputtanerà con le sue stesse mani ciò che di bello aveva precedentemente fatto. In otto brani e 43 minuti si salva solo l’arrangiamento di “Alta marea” (beh grazie al cazzo, è una cover). Però... considerando che quello che verrà sarà anche peggio, non me la sento di dargli 1, ovvia direi che 1,5 arrotondato a 2 va bene. E sono generoso, io. di più
Edoardo Bennato -Abbi Dubbi
disco dignitoso, l’ultimo con qualche buon sprazzo di edo. di più
Goad
Musica senza confini di genere, votata alla continua creazione di armonie non scontate di più
Boris De Rachewiltz
Archeologia, egittologia, etnologia, argomenti potenti e soprattutto affascinanti! di più
Steve Hackett -Till We Have Faces
Hackett do Brasil (parte seconda). Tre anni dopo Stefanuzzo e signora tornano in Brasile a comporre un po' di musica, questa volta con più convinzione rispetto alla vacanza ultra-relaxing di "Cured". Questo è un disco interessante, non strepitoso ma con alcuni bei pezzi e belle idee e forse un po' sottovalutato all'interno della sua discografia. Questa volta qualche influenza vagamente brasileira si sente, quantomeno nella scelta dei musicisti, tutti autoctoni (una nutrita schiera di percussionisti, ma non solo) esclusi Mosley e Magnus, ma visto che Hackett è un burlone, ecco che spuntano dal nulla richiami alla musica giapponese ("The Doll That's Made in Japan", con Kim alla voce nella parte della "giapponesina", ma sbucano fuori anche nell'ottima "What's My Name") con Hackett che suona il koto, cose così. Siccome è sempre un burlone, il disco si chiude con 40 secondi strumentali della canzone di "Pinocchio" della Disney, perché si. Anche "Myopia" è un pezzo molto particolare per i suoi standard. In "What's My Name" e Matilda-Smith... (ottimo brano, forse il migliore) c'è l'ottimo utilizzo delle percussioni (Brasile, non Africa, si, ma non è mai stato così vicino a Gabriel come in questi spezzoni di brano) "Taking the Easy Way Out" è una bella ballad e così via. Hackett qui sperimenta qualcosina di diverso ed è una delle volte in cui gli riesce bene. Secondo me un lavoro valido, disco da riconsiderare almeno un poco, perché non è affatto male. di più
Antonello Venditti -UNICA
Altri quattro anni per partorire quest'ennesimo cesso musicale. Qualche passaggio semi-decente ("Oltre il confine", "Ti ricordi il cielo", peraltro neanche scritte da lui) non riescono assolutamente a salvare il disco. Sui tre singoloni non mi pronuncio perché oggi sono di buonumore. In conclusione, bruttissimo disco ma sicuramente meno inascoltabile della triade del demonio "Frutto amaro" "Goodbye" "Che fantastica storia". Quasi 1,5 di più
David Sylvian -Dead Bees on a Cake
“Darshan“ di Mata Amritanandamayi (Amma).
Coloro che seguono Amritanandamayi usano questo termine ("darshan") per descrivere l'abbraccio di Amritanandamayi. Amritanandamayi ha dato i suoi darshan, cioè gli abbracci, sin dalla sua tarda adolescenza. Descrivendo come ciò sia iniziato, Amritanandamayi dice: “Le persone erano solite venire da me per raccontarmi i loro problemi. Loro piangevano e io asciugavo le loro lacrime. Quando piangendo cadevano sul mio grembo io li abbracciavo. Così anche la persona dopo voleva lo stesso trattamento … E così è diventato una consuetudine”. di più
Jeff Buckley -Grace
Ogni anno o giù di lì ho il mio appuntamento con Grace.
Questo disco è stato forse il mio primo grande amore musicale, ai tempi delle medie, quando uno sperimenta le prime cottarelle, i primi amorini, le prime ragazze che ti fanno girare la testa;
ecco, Grace è la mia ragazza perfetta: la conosco a memoria ma riesce sempre a sorprendermi, la amo in tutte le sue sfaccettature, da quelle più dolci a quelle più accattivanti e ruggenti.
E poi quella voce, dai su.
Ogni anno o giù di lì mi chiedo se magari non ho sempre un po' sopravvalutato questo disco e me lo riascolto, ogni anno mi innamoro di nuovo di questo gioiellino. di più
Ligabue -Ligabue
Qui ancora Luciano ci sapeva fare... di più
Pink Floyd -The Final Cut
L'unico album dei Pink Floyd che ho "vissuto" in diretta. Uscì quando frequentavo le scuole superiori. La mia personale opinione su questo album, da musicista di musica antica, non può che essere estremamente positiva. "A requiem for the post war dream" come lo definì inizialmente Roger Waters è meravigliosamente orchestrato e arrangiato, una trasposizione in chiave rock e contemporanea di un Requiem Barocco. Testi di rara profondità e bellezza. Riflessione sulla vita, sul significato dell'esistenza nonchè aspra e lancinante critica alla guerra. Curato maniacalmente nei dettagli sonori. Ultimo album dei Pink Floyd, dalla gestazione sofferta, che chiude il capitolo più importante di questa band entrata nel mito.
Capolavoro che ascolto almeno una volta alla settimana ormai da molti anni.
Fonte inesauribile di ispirazione e di riflessione. di più
Francesco Guccini -Signora Bovary
Sempre un album su livelli ottimi, anche se personalmente mi ha detto di meno del precedente Guccini. Grandi brani come Culodritto, Signora Bovary, Van Loon sono veramente eccezionali ma su di me hanno un impatto meno personale come poteva essere Gli amici nel precedente o Via Paolo Fabbri nell'omonimo album. In ogni album del Guccio c'è sempre un capolavoro assoluto e Signora Bovary non fa eccezione: dopo Le osterie di fuori porta, Il pensionato, Amerigo, Antenor e Autogrill ecco Keaton, più di 10 minuti di storytelling. Contando poi Le pioggie d'aprile, uno dei brani melodicamente migliori del cantautore e uno dei suoi più bei arrangiamenti. Rimarrebbero solo Scirocco e Canzone di notte nr.3: la prima è sicuramente un bel tango decisamente coinvolgente però mi pare ricalchi un po' troppo la formula di Autogrill, la seconda è un brano piacevole che può anche smuovere qualcosa in certi notturni come me.
Direi in conclusione un bel disco, decisamente il più curato degli 80 e decisamente ispirato, anche se dopo Metropolis mi è calato un pochettino pur rimanendo ottimo di più
Grand Guignol Diabolique
E' solo sangue che pulsa in vene impazzite. di più
Kid Creole and the Coconuts
Kid Creole & The Coconuts, Coati Mundi, 1983 it's ...fun <3 di più
That Petrol Emotion
Grande gruppo sorto dalle ceneri dei nordirlandesi Undertones (Teenage Kicks). Per una serie di casualita' non sono diventati famosi, nonostante avessero tutto a loro favore. Una Band affiatata ed esperta, un "carismatico" Frontman e due ottimi autori, John O'Neill nella prima fase, Ciaran Mclaughlin nella seconda.
Tutti i 5 Album hanno ottimi brani da offrire con un Sound che va dalla Psichedelia al Rock alternativo, con un a spruzzata di melodie catchy stile "Power Pop", la palma del migliore va tuttavia al primo "Manic Pop Thrill"! di più
No Strange -Trasparenze e suoni
Il capolavoro nascosto della psichedelia italiana di più