Nel pop tutto o quasi è stato già tentato e realizzato. Questa incontrovertibile verità spinge non pochi artisti sulla difensiva, o verso un minimalismo intimistico oppure ad una pedissequa riproposizione, mescolando solo un po' le carte, dei modelli più amati e forse troppo rispettati.
Ci sono poi autori più talentuosi che con coraggio ed una buona dose di sfrontatezza decidono di osare, di non farsi avvilire dal fardello "storico", senza per questo andare alla ricerca del Santo Graal dell'originalità assoluta. Daniel Bejar, alias Destroyer, appartiene appunto a questo terzo gruppo.

In "Your Blues", sesta fatica del cantautore canadese, non mancano di certo dei chiari punti di riferimento: da Paddy McAloon (Prefab Sprout) a Jervis Cocker (Pulp), dagli Auters a Scott Walker, ma il nostro non è per nulla intimidito da questi "mostri sacri" e si rivolge loro con un confidenziale "tu", mostrando personalità ed idee chiare.
Egli così riesce a confezionare una manciata di canzoni raffinate, in alcuni episodi fin troppo ricche negli arrangiamenti, quasi barocche, ma che funzionano a meraviglia, dalle quali si fa fatica a distaccarsi.
Una volta entrati nell'incantato mondo bitter-sweet del pacifico "distruttore", sarà difficile uscirne.
Rimanere poi indifferenti di fronte a brani come " The Music Lovers" o "Certain Things You Ought To Know" è quasi impossibile; non è musica da mezze misure: o la si adora o risulta indigesta.

Per quanto mi riguarda, ho finalmente trovato il disco che darà luce e calore alle imminenti fredde e cupe giornate invernali.

Carico i commenti... con calma