Il_Paolo: "E...state con me", numero 1.

Ciao ragazzi/e, inizia l'estate, ed il Vostro Il_Paolo, come promesso, inizia con questa recensione il "mini ciclo" dedicato alla musica di ambientazione estiva, o, comunque, bella da ascoltare durante la calura ed i rovesci della stagione più emozionante, nel bene e nel male, dell'anno.

Oggi partirei, con Voi e per Voi, con un'antologia di uno dei più celebrati gruppi di fine anni '60 inizio anni '70, le cui musiche sono, a mio parere, ideali per accompagnarVi in lunghe gite in auto, attraverso le assolate autostrade del nostro Belpaese, o lungo le complanari, le circonvallazioni, le strade secondarie e così via, magari assieme ai vostri sodali, in quella posticcia ma impagabile armonia che solo il vagare a zonzo in auto può darvi, senza meta e senza scopi... "no quarter" come diceva qualcuno trenta e più anni fa.

Anche perché, lasciate che ribadisca il luogo comune, il viaggio è sempre più interessante del luogo d'arrivo - compreso quello per le vacanze estive - soprattutto grazie alla musica che emette la vostra autoradio, o, meglio ancora, il vostro mangianastri d'antan.

La musica dei Dik Dik è ideale per questo dolce vagare (meglio se estivo, perché il dì è più lungo) perché intimamente coesa, unita, espressione del più bello e puro dei sentimenti (meno corruttibile del pur importante Ammmmore), ovvero dell'Amicizia, come quella che da sempre traspare osservando i volti dei membri stabili del gruppo, i loro visi scavati dal tempo e pur felici, complici, quarant'anni fa come allora, quasi consapevoli di aver trovato la ricetta dell'eternità, della stabilità e di qualcosa che non muta, a differenza delle stagioni.

Ed in questo direi che i Dik Dik sono musica "estiva", proprio per il fatto di farci sognare un'estate eterna e paradisiaca, priva dei presagi dell'autunno e del finire della bella stagione, di farci immaginare un eterno sabato del villaggio, "garzoncelli sereni forever".

Tralasciando il track by track di questa varia antologia, osservo come anche nei pezzi più tristi, sottilmente tragici, dell'album, spicchi un'intima gioia, che a mio parere è strettamente connessa alla semplicità con cui il gruppo suonava e cantava assieme, per il solo gusto di farlo: prendete, ad esempio, la mia adorata "Vendo casa", dove il disfacimento del quotidiano, l'autodistruzione del cantante viene filtrata e restituita all'ascoltatore da eleganti melodie memori della west coast, in singolare contrasto fra i toni freddi ed autunnali del testo e la solarità dei suoni, in tonalità maggiori. E lo stesso discorso valga per la poetica e struggente "Il vento", che altro non è se non la storia di un tradimento, o forse più semplice simbolo della ricerca di autonomia, narrato con eleganza e compostezza espressiva, con un abbrivio dai toni sussurrati che esplode del ritornello foriero di energia, di possibile libertà (sapete tutti che l'estate, la vacanza, ci rende liberi, ma da cosa e per quanto?).

Discorso a parte meritano i capolavori allegri, quasi free, del gruppo, risposta della nostra Italia agli umori libertari provenienti dalla San Francisco o dalla Londra di fine anni '60, con i Dik Dik ad interpretare il ruolo di piccoli Grateful Dead "made in Brianza": si pensi alla meravigliosa "Isola di Wight", quasi un'isola che non c'è, altrove dove lasciar spazio ai sogni (prima che Claudio Lolli ci ammonisse a "disoccupare" le strade da essi), o ancora a "Sognando la California", in cui la voglia di viaggio, di fuga e di alienazione da sé, dalle proprie responsabilità, esplode nella maniera più viscerale, autentica e direi adolescenziale, piena di energia inespressa.

Così, inizia, dunque, la nostra estate assieme: mettete questo cd nella vostra autoradio ed andate, cantando possibilmente in coro questi classici, in un viaggio che Vi auguro non finisca mai.

A me piacerebbe farlo nel pulmino dei Dik Dik, facendo da loro roadie lungo le sagre locali del nostro Paese, alla ricerca di sentimenti puri ed autentici, fragranti come una salsiccia con patatine, mentre tanti non più giovani ascoltano il gruppo alla ricerca dell'estate perduta.

Turisticamente Vostro

Il_Paolo

Elenco tracce e testi

01   Dolce Di Giorno (02:38)

02   Inno (Let's Go To San Francisco) (03:39)

03   Io Mi Fermo Qui (03:42)

04   L'Isola Di Wight (Wight Is Wight) (03:47)

05   Dove Vai (03:54)

06   Guardo Te E Vedo Mio Figlio (02:29)

07   Help Me (04:23)

08   Storia Di Periferia (04:49)

09   Il Cavallo, L'Aratro E L'Uomo (04:28)

10   Piccola Mia (04:08)

11   Il Primo Giorno Di Primavera (03:20)

12   Il Vento (03:33)

13   Libero (04:04)

14   Sognando La California (02:21)

Cielo grigio su
Foglie gialle giù
Cerco un po’ di blu
Dove il blu non c'è
Sento solo freddo
Fuori e dentro me
Ti sogno California
e un giorno io verrò

Entro in chiesa e là
Io cerco di pregar
Ma il mio pensiero invece va
Ritorna sempre là
Al sole caldo che vorrei
Che qui non verrà mai
Ti sogno California
e un giorno io verrò

Assolo

Cielo grigio su
Foglie gialle giù
Cerco un po’ di blu
Dove il blu non c’è
Se lei non mi aspettasse
So che partirei
Ti sogno California
e un giorno io verrò

15   Vendo Casa (04:21)

16   Viaggio Di Un Poeta (03:44)

17   Ma Tu Chi Sei (Bad Side Of The Moon) (04:04)

18   Nel Cuore, Nell'Anima (02:55)

19   Ninna Nanna (Cuore Mio) (04:10)

20   Noi Soli (Birds) (02:32)

21   E Ho Bisogno Di Te (I Need You To...) (02:30)

22   Zucchero (03:09)

23   Se Io Fossi Un Falegname (02:48)

24   Senza Luce (04:08)

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