Mai stati una band comune, i Disbelief. Fin dagli esordi il combo tedesco ha sempre dimostrato di possedere una propria concezione della musica ben diversa da quella di tante metal band che bazzicano negli stessi territori. La loro proposta si è finora dimostrata qualcosa di estremamente congeniato e personale: spunti death metal e riff dal sapore doom, atmosfere tese e sulfuree che fanno pensare a dei Katatonia molto più apocalittici del normale, oltre che ad una solida base costruita sul discorso intraprese da Neurosis e da Voivod, collocandosi a metà tra l'uno e l'altro gruppo. Alternanze chiaroscurali ed ipnotiche, costruttività rocciosa e melodica. Avantagarde-metal, se volete chiamarlo così, ma io non sarei d'accordo.

Una proposta, insomma, più che interessante; semmai il loro problema è di non riuscire a raggiungere spesso elevati picchi compositivi con la propria musica, mantenendosi il più delle volte sulla media.
Nonostante tutto, la loro è una musica che non può non coinvolgere, se si è predisposti per questo tipo di sonorità, e ciò è ancora più chiaro in "Shine", quarta fatica della band.

L'album, nel suo complesso, è estremamente godibile e non manca di punti forti, prendete "Me And My World", ad esempio: un lungo intro di piano, una stessa melodia che avanza e si costruisce nel suo incedere, fino a sfociare nelle chitarre e in una voce tanto melodica in certi momenti quanto trascinata e sofferente in altri.
Prendete "Decline", lento e cadenzato, con arpeggi apocalittici e richiami ancestrali che spuntano fuori dalle distorsioni. E poi ancora lei, quella tremenda voce. Karsten Jager si rivela sempre più unico nel suo genere, con un cantato che non è un cantato, è un lamento. E' sofferenza tangibile, marchiata a fuoco sulle sue corde vocali, un'ugola catarrosa che ad essere buoni è pesante e claustrofobica.

Insomma, i Disbelief di "Shine" sono una band da riscoprire, visto che quest'album non ha ricevuto la giusta attenzione che avrebbe meritato. Un solo problema: la mancanza di ispirazione che fa capolino qua e là, inducendo l'ascoltatore ad un fragoroso sbadiglio. Fortunatamente si tratta di casi limitati ed isolati, e se è altrettanto vero che la band ha ancora da migliorare e da raggiungere una sana maturità artistica (i successivi "Spreading The Rage" e "66Sick" continuano a mantenersi su questi livelli), è altrettanto vero che i mezzi per farlo ci sono tutti, e anche di più. Buona fortuna, dunque.

Elenco e tracce

01   No Control (04:32)

02   Walk (03:54)

03   The Decline (04:48)

04   Shine (04:45)

05   Me and My World (05:49)

06   Alive (03:38)

07   Honour Killing (04:36)

08   Falling Without Reason (06:41)

09   Mad Sick Mankind (05:23)

10   Free (03:22)

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