Siete stanchi del solito progressive rock? Avete sentito ormai tutto quello che c'era da ascoltare, discografie intere di Yes, Genesis, King Crimson, ELP, Rush, Camel e via dicendo? Inoltre non vi è mai piaciuto il prog francese?

Ecco il modo di riscattarsi. "Eros" è uno dei più grandi capolavori provenienti dalla Francia, e il voto che gli conferisco è basato soprattutto su un dato: i Dün escono completamente dagli stereotipi della loro terra natìa. La loro musica, come molto prima quella dei Magma, è stata definita Zeuhl, un genere sempre un po' difficile da identificare. Io, non essendo un professorone, posso dirvi che ha un suono piuttosto moderno, e ha ritmi spesso molto dinamici per quanto riguarda tutta la strumentazione: in questo caso vari flauti, batteria, basso e tastiere. Una mistura davvero geniale fa sì che "Eros" diventi un ascolto indelebile già dalla prima volta.

Quattro brani, quasi 10 minuti l'uno, per una durata di circa 36 minuti. Nessun vocalist, solo una incredibile performance strumentale, dove certamente risaltano maggiormente Pascal Vandenbulcke (flautista) e Thierry Tranchant (basso). Dissonanze, richiami all'avant-prog, classicismo, fusion e un pizzico di "Canterbury": in questo album troverete tutto questo e anche di più. Un disco "di passaggio", poiché la band non ne ha pubblicati altri dopo il 1981, ma si è lasciata alle spalle un vero gioiello. Da non perdere.

Carico i commenti... con calma