Varese è un comune italiano di 78 301 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia. Mi sa che la musica di Varèse non è proprio "comune".
Edgard Varèse è nato a Varese il 22 dicembre 1883. Mi sa che Victor Achille è nato a Parigi.
Edgard Varèse ha scoperto "l'America". Mi sa che l'ha scoperta Colombo, dicono.
Edgard Varèse è nato lo stesso anno di Kafka (anche lui ha scoperto America) e morto lo stesso anno di Le Corbusier. Ipotetiche colonne sonore per i "romanzi" (chiamali romanzi...) del praghese e soundtrack multimediale realmente realizzato nel '58 con l'architetto svizzero e con un altro oggetto non identificato che è il compositore-architetto greco Iannis Xenakis.
Edgard Varèse ha vissuto a Torino tra i dieci e i venti anni e non è impazzito quando nel 1897 fu fondata la Juventus. Friedrich Nietzsche ha vissuto a Torino dal 21 settembre 1888 al 9 gennaio 1889 ed è lucidamente impazzito vedendo una zebra, non un cavallo, presagio di futuri bianconeri furti sistematici.
Edgard Varèse, all'inizio (1934) del suo lungo periodo di crisi, ha girovagato nel centro e nell'ovest degli USA ma non nel Tennessee dove vagherà Battiato.
Edgard Varèse non ha né disorganizzato il suono, né organizzato il rumore. È la terza... e non ve la dico, Pappappero!
Ho sempre costruito le cose senza desiderio. La baracca inconsistente dell'inganno vita si tiene su un doppio encefalitico assioma del "volere è potere" e "il fine giustifica i mezzi"
dove la vita reale si allontana sempre più avendo noi regalato i gettoni per passare all'altro livello a entità cui le possessioni indotte ci fanno naufragare in un dannato effimero. E quale "fine" poi, che non c'è nemmeno l'inizio. Neanche stringiamo un pugno di mosche, prendendo quella strada lì, vaghiamo nello stallo del non averci capito 'na ceppa de... Figuriamoci poi se arriva 'sto "varesino" e a noi "varesotti" ci propina 'sto fritto misto di arcani (e argatti) deserti nella mente, innaffiate da (co)ionizzazioni annichilenti tossine melodiche. Ve la dà Edgard l'America, altro che.
E dicevo che tutte le cose che mi sono arrivate sono arrivate senza che io provassi "desiderio" ad averle. Il "proteggimi da quello che desidero" come preghiera universale apre ad esperienze dove tutto quello che pensavamo necessario per scardinare e piegare a noi il destino malevolo che pensiamo ci perseguiti, risulta essere solamente vanità che coll'andar avanti ce la sbattiamo al cazzo viste le clamorose retromarce che innesca nel frequentare miserabili "volontà di potenza".
E allora la vita reale si presenta immobile nella sua eterna turbo accelerazione, insomma tutta 'sta fregola di "arrivare" non serve a una beneamata minchia quando eiaculiamo continuamente all'esterno il nostro grido del richiamo della specie, chiamandolo Amore.
E poi arriva Monsieur (è pur sempre nato a Lutèce) Varèse con le sue serenate nauseanti che ci raddrizza per benino le nostre scoliosi sentimental auditive torturandoci addosso un'harmonia mundi non preventivata dal fabbricastronzi che siamo.
E quindi perché, attraverso questo pandemonium sacro, non immergersi senza menzogne nella piscina alchemica delle nostre mostruosità ed evolvere il nostro senso estetico da visivo a psichico? Eh, so' cazzi, lo so, pare facile, però dico io lo vogliamo dare un po' di fritto androgino per partecipare coscientemente al gioco della causa-effetto dove nello specchiarci vediamo solo luce, e la "merda" si tramuta in oro?
C'è invero da resettarsi completamente, più che il cervello, il Cuore, figliuoli miei, il Cuore. "E allora viva l'amore", diceva Mastroianni in quel film lì, che il Paradiso Vita è tutt'altro che dolce. È altresì grandiosamente incenerente, alla faccia di quel cornutone lì, questa solitudine essenziale mascherata da sinfonie contemporanee.
"Venite a spasso con noi?", ci invita Edgardo col suo pluralis maiestatis... che ne sentirete delle belle.
Elenco e tracce
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