C'è sempre la sensazione di un inquieto contrasto in tutto ciò che la mente di Mark Oliver Everett, alias Mr. E, dà alla luce. C'è sempre una tensione di fondo che si respira nella sua musica, anche quando - come in questo caso - è avvolta da apparente spensieratezza. C'è sempre qualcosa che richiama a problemi irrisolti, più o meno nascosti fra le note delle sue canzoni. Dunque ciò che viene mostrato sul palco si porta con sé tutto il vissuto dietro le quinte, sul palcoscenico della vita.

Pensandoci bene sono questi i motivi che mi hanno fatto amare la musica degli Eels, benché la loro produzione musicale abbia sofferto in passato di qualche discontinuità. Ciò nonostante non ho potuto fare a meno nemmeno stavolta di questo loro ultimo lavoro, anche per altre tre ragioni. La prima è che questo è il loro primo disco ufficiale dal vivo, questo non poteva non incuriosirmi. La seconda è che questo disco segue e si congiunge a "Blinking Lights And Other Revelations" che è stato per me uno dei dischi più belli dell'anno passato. La terza ragione, forse la più interessante, deriva dalla peculiare struttura musicale dell'album, che non si appiattisce in modo pedissequo sui lavori in studio. Il live infatti si caratterizza per il particolare e felice accostamento di un quartetto d'archi a suoni di chitarre, contrabbasso, pianoforte, celesta, organo a pompa, lap steel, autoharp, melodica in una miscela originale che non tradisce lo spirito degli Eels. Anzi tutto sommato questi particolari arrangiamenti che Mr. E ha scelto valorizzano ulteriormente la sua musica, dandole un nuovo respiro e freschezza.

Registrato nel 2005 al Town Hall di New York il live si apre con la sola chitarra acustica e la voce lievemente sofferta di Mr. E., cui si aggiungono gli archi che danno subito il segno della cifra stilistica di questa musica per lo più pulita, nuda, asciutta, ma non banale, riuscendo a mantenere viva per tutto l'ascolto un'aria malinconica e a volte cupa, altre volte vitale. Poche eccezioni a questo schema: interludi di carillon inquietanti, evoluzioni di archi impazziti, percussioni secche, digressioni country rock sono alcuni dei tasselli che completano il quadro musicale tutto sommato non uniforme, su cui però galleggia costantemente la personalità di Mr. E con la sua voce calda e leggermente roca a raccontare il suo mondo di malumori, follie e ricordi. La scelta delle canzoni partendo dall'ultimo lavoro in studio sintetizza bene la storia del gruppo, in più troviamo un'interessante cover di "Girl From The North Country" di Bob Dylan, che dà l'idea di quali possano essere i riferimenti culturali di Mark Oliver Everett.

Oltre la dimensione acustica, l'elemento "teatrale" è l'altro tratto caratteristico di valore di questo disco, evidenziato dagli applausi discreti del pubblico fra una canzone e l'altra, quasi a non voler intaccare l'atmosfera intima dell'ascolto. D'altra parte per cogliere maggiormente questa caratteristica forse sarebbe meglio prendere questo concerto su dvd, anche se così - almeno per il sottoscritto - si corre il rischio di rimpiangere ancor di più il fatto di non averlo visto dal vivo. A voi la scelta.

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