Fuggiamo da qualcosa.Sempre e comunque. La vita di periferia è spietata poi... non c'è scampo. Ma riconciliarsi con se stessi è un obiettivo ed Efraim è uno dei pochi a saperlo.

"C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo" è un romanzo pubblicato da Feltrinelli dello scrittore colombiano Efraim Medina Reyes e ci pone come osservatori all'interno della realtà suburbana delle vicende di Bogotà e dintorni. Il romanzo è un collage di aneddoti e riflessioni, protagonisti dei quali non è un semplice personaggio uomo\donna, ma il torpore stesso di un cuore confuso che non riesce a riflettere la propria consapevolezza tramite uno specchio e cerca altrove risposte cacciandosi in situazioni pericolose ed inusitate. Il disagio post-adolescenziale che ci perseguita per gli anni a venire, e la tremenda convinzione che potrebbe non finire mai, le ambizioni smisurate di una comitiva di nullafacenti viziosi con sogni di gloria, donne e rock n roll: essere immaturi e farne un pregio.

I racconti si seguono e si intrecciano come la tracklist scomposta di un LP punk, guidandoci tra bar malfamati, fetide strade illuminate da luci al neon scassate e flashback di una vita vissuta d'istinto e amore. Rep, è un ragazzo che dai propri eroi ne trae la disperazione, ne succhia l'arroganza. Vuole essere un regista ma danza con i fantasmi di Sid e Nancy. Vuole amare ed essere amato ma impazzisce condannato dai richiami infernali di Kurt Cobain. Ricominciare, conoscere veramente se stessi evadendo da tutte le illusioni superficiali, senza essere martiri del proprio ego. Efraim Medina Reyes in questa sorta di libro-bandiera generazionale riesce ad interpretare magnificamente l'iconoclastico spirito dell'uomo tormentato senza cadere in banali clichè o frasi fatte, regalando al lettore (in meno di 180 pagine) preziose gemme d'esperienza e personalissimi spunti sui quali riflettere, liberi da aforismi polverosi, liberi da inibizioni.

"Non penserò mai di essere definitivamente a Bogotà ne tornerò a Città Immobile per restare.L'una e l'altra sono una sola cosa in me e finchè potrò andare avanti e indietro avrò un alibi.A Città Immobile penseranno che cerco qualcosa e che forse un giorno lo troverò.A Bogotà, per fortuna, nessuno pensa a me, a nessuno importa una sega di quello che faccio." 

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