1995: la parabola dei quattro robotern di Düsseldorf è, se si esclude il loro mirabile ritorno in bicicletta, ormai declinante per non dire conclusa.
6477 chilometri (4024.6 miglia) separano Düsseldorf da Detroit, dove il ventiseienne James Stinson ha già dato forma, in completo anonimato, al proprio personalissimo endocosmo techno: il sotterraneo/sottomarino Drexciya.
4 anonimi fantocci —gli Elettroidi— si mostrano incappucciati, pixelati su sfondo giallo, a ricordare l’ottavo album dei quattro “Centrale elettrica”. Solo a distanza di qualche anno possiamo attribuire loro un volto: sono umani, i due duo Drexciya (James Stinson + Gerald Donald) e Ultradyne (Alex Lugo + Dennis Richardson).
16 brani musicali sono tutto ciò che i quattro pubblicano come Elettroidi, tutti in quel medesimo 1995, così distribuiti: 5 in 1 EP (“Kilohertz”) e 11 in 1 LP (“Elektroworld”).
44 sono le parole che utilizzo per descrivere il loro elettro-mondo: la loro non è una riproposizione degli stilemi kraftwerkiani, tutt’altro. È anzi come se l’underground/underwater di Detroit fosse il luogo in cui quattro dummies-in-bella-mostra si fossero ritrovati, masticando cupa techno da città industrializzata invece di Sputnik e Lissitzky.
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