Premessa dovuta prima di iniziare la recensione: ancora adesso che ascolto quasi esclusivamente Metal (sia esso death, thrash, black o epic) ho il pallino di Ligabue.
Primo cantautore rock che ho iniziato ad ascoltare ed apprezzare, proprio mentre iniziava ad uscire dalla nicchia della sua Correggio (e per molti utenti del sito avrebbe fatto meglio a restare lì), per imporsi sempre più come punto di riferimento nel mercato del pop rock italiano, eppure a mio avviso sfornando sempre cd di un livello oltre la sufficienza, con un grande picco nel pluricelebrato "Buon Compleanno, Elvis!" ed esperimenti degni di nota con i suoi concerti a teatro dai quali nacque un doppio cd davvero eccellente.
Elisa è invece un'artista che non conosco nel dettaglio, ma che apprezzo per un lavoro quale 'Pearl Days', a mio avviso buona prova di maturità e che la eleva oltre le squallide canzonette del pop italiano contemporaneo. Potrete quindi immaginare quanto mi pianga il cuore a vedere il Liga come macchina da soldi di canzonette davvero elementari e commercialissime ("Le donne lo sanno", "Happy Hour" e il suo riff iniziale... Slash grida ancora vendetta... Ma si può?), e quanto sia partito prevenuto davanti al singolo di collaborazione fra i due (anche se l'unico duetto che ricordi del Liga, con Francesco Guccini ormai quasi 5 anni fa, aveva riscosso buon successo di critica e pubblico), immaginandomi un pop di bassissimo livello.
Lo ammetto: sono stato sorpreso. Se evitate di partire con il paraocchi, credetemi, forse questa canzone finirà addirittura col piacervi. La parte vocale è prettamente di Elisa, come da copione della musica d'autore italiana non c'è bisogno di quei chitarroni distorti e quella doppia cassa casiniste che tanto piacciono ai metallari tutti, me compreso ovviamente, le parole coinvolgono l'ascoltatore fino a giungere al ritornello, che pur non rivoluzionando i parametri della musica italiana e mondiale, a me è piaciuto davvero tanto: voce calda, presente, parole essenziali ma che sanno toccare i tasti giusti. A un minuto dalla fine, sul morbido soffofondo di chitarra, subentra quindi il Liga, il cui duetto con Elisa si rivela d'impatto, coinvolgente, orecchiabile.
A sorpresa, promosso a pieni voti.
Carico i commenti... con calma