Vado a completare la discografia di Elton sul Debasio con l'ultimo tassello, clamorosamente, mancante per 10 anni, The Union. Il progetto è una novità per Elton, in quanto non aveva mai pubblicato un disco di inediti in collaborazione con un solo altro artista. L'album nasce quando Elton, nel 2009, ascolta Retrospective di Leon Russell del 1997, e rimane folgorato, pensando ai primi concerti che lui stesso tenne in America e dove Russell era spettatore. Negli anni ha confermato l'importanza della musica e della figura dei Leon Russell nella sua crescita artistica. I due si erano incontrati una sola volta, nel 1970, quando Russell era all'apice della carriera ed Elton era esordiente. Ma col passare dei decenni la situazione si era invertita, con Elton che era diventato una star mondiale e Russell che aveva perso popolarità ed era finito nell'underground musicale. Così, dopo 40 anni, Elton decide di offrire al suo vecchio mito la possibilità di ritrovare popolarità e una buona condizione economica. La rockstar, dopo aver preso contatto col produttore T-Bone Burnett, convince Leon a far parte del progetto, ispirato al disco Raising Sand, prodotto sempre da Burnett, in cui gli artisti coinvolti erano Robert Plant e Alison Krauss. Il tema cardine del disco ha come filo conduttore il Selvaggio West, e Leon Russell è servito a creare quelle atmosfere. Il primo brano ad essere composto è stato A dream come true, con Russell che viene chiamato The Master da Elton, e questo viene a sua volta chiamato The Governor da Russell. Si crea subito una fortissima intesa, e infatti, in quattro giorni, vengono composti dieci brani, tra i quali I shound have sent roses. Dopo un'operazione, Leon presenta ad Elton e ai membri della band il proprio brano, The Hands of Angels, dedicata al manager che gli ha salvato la vita. L'obiettivo del produttore è rendere il disco old-fashioned, eliminando quindi la tendenza elettronica e riportando il sapore dei primi dischi di Elton. È il risultato è strabiliante, e consacra definitivamente la rinascita artistica di Elton, cominciata nel 2000 con la colonna sonora di Eldorado e proseguita con una serie di dischi di grande valore, ovvero Song from the West Coast, Peachtree Road e The Captain and the Kid. Da alcuni è considerato il miglior album di Elton post-1978, ed un vero erede, nel nuovo millennio, di quei grandissimi capolavori che furono Tumbleweed connection e Madman across the water. Alcuni brani dell'album vengono proposti da Elton nel suo tour con Ray Cooper, e questi sono Gone to Shiloh e When love is dying. Per quanto concerne la promozione, The Union ha goduto di un'ottima campagna promozionale da parte della Universal, anche se solo negli Stati Uniti e nel Regno Unito, mentre negli altri paesi del mondo il disco è passato praticamente inosservato. I primi tre singoli estratti sono stati If it wasn't for bad, When love is dying e I should have sent roses. L'album è stato presentato il 5 luglio 2010 in Europa e il 20 luglio negli States, ed è stato subito accolto molto positivamente dalla critica, con recensioni che hanno assegnato 4 e addirittura 5 stelle all'album, fatto che non accadeva ad un disco di Elton dai lontani anni '70. Qualcuno lo ha persino definito "il nuovo Goodbye yellow brick road". Il disco è stato pubblicato in due versioni, quella standard, contenente 14 brani, e quella Deluxe, contenente 16. Nei paesi dove non ha ottenuto riscontro, nonostante le ottime recensioni dei critici, bisogna imputare la mancanza di promozione e i suoni non commerciali dell'album.

Scaletta dell'album nella versione Deluxe, con gli asterischi segnalo i brani che mi sono piaciuti di più e/o che sono effettivamente i migliori:

  1. If It Wasn't for Bad (Leon Russell) * (singolo apripista, grande canzone! ascoltare per credere)
  2. Eight Hundred Dollar Shoes *
  3. Hey Ahab *
  4. Gone to Shiloh * (sulle prime quattro si riesce a mantenere una certa concentrazione)
  5. Hearts Have Turned to Stone (Leon Russell)
  6. Jimmie Rodgers' Dream
  7. There's No Tomorrow
  8. Monkey Suit
  9. The Best Part of the Day* (dopo quattro brani che non conquistano, questi quattro lo fanno)
  10. A Dream Come True*
  11. I Should Have Sent Roses*
  12. When Love Is Dying*
  13. My Kind of Hell
  14. Mandalay Again
  15. Never Too Old (to Hold Somebody)
  16. The Hands of Angels (Leon Russell)* (capolavoro)

Voto personale: 4 stelle e mezzo.

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