Prendete il peggior album dei Dark Tranquillity, aggiungete un paio di strumenti della tradizione Nord Europea e una voce femminile mediocre e ruffiana: avrete gli Eluveitie, band, a loro giudizio, Folk Metal, provenienti dalla Svizzera.

Dopo cinque lavori mediocri, la formazione di Chrigel Glanzmann rilascia questo "Helvetios" (si ma che fantasia..) nel tentativo di consacrare il sound degli Eluveitie. Il disco è un Concept Album che narra le vicende di una tribù Elvetica pronta alla guerra contro il terribile esercito Romano. Le tracce presenti sono ben Diciasette, davvero troppe se si pensa che la struttura delle canzoni alla fine è sempre la medesima; ma andiamo con ordine.

Dopo una Intro molto teatrale entriamo nel vivo dell'album con la titletrack Helvetios, dove la ghironda di Anna Murphy attira subito l'attenzione andando poi a frapporsi tra i riff di matrice svedese di Simeon Koch e Ivo Henzi. La successiva Luxtos è molto caratteristica in quanto prosegue su ritmi medi, le chitarre sono qui molto semplici e si lasciano trasportare dagli strumenti tradizionali. Anche Home fa la sua figura ma non lascia il segno e si dimentica presto. Santonian Shores, seppur magari risulti un po scontata, è uno dei pezzi forti dell'album, dove Glanzmann si esprime con tutto se stesso, dando prova di una buona potenza vocale. Schorched Heart è interamente acustica e fa da apripista a Meet The Enemy,  traccia abbatanza aggressiva senza però dimenticarsi un buon uso di melodie e strumenti tradizionali sempre presenti; anche Neverland si lascia ascoltare, prosegue sul più classico stile Eluveitie ma cade presto nel "dimenticatoio".

E' il turno di Rose for Epona, una sorta di preghiere alla Dea protrettrice dei Cavalieri, una canzone che francamente si ama o si odia senza mezzi termini; affidata interamente al cantato (mediocre) in clean di Anna Murphy, la traccia in questione si apre con una melodia di cornamusa che va a intrecciarsi con quella del flauto per poi esplodere, banalmente se volete, in un muro sonoro di chitarre. La traccia si avvicina in modo quasi spudorato a nomi come Lacuna Coil o Evanescence, una canzone che senza dubbio doveva essere inserita per spezzare leggermente il sound dell'album (si trova infatti a metà della TrackList).

La seconda parte dell'album comincia a stancare. Non per carenze tecniche del gruppo, ma in quanto la musica e lo stile della band è sempre il medesimo, quindi Havoc e Upsprin, seppur ben fatte cominciano a sapere di già sentito, Hope è un ennesima traccia acustica che lascia presto spazio a The Siege, un pezzo di appena 3 minuti scarsi ma indubbiamente il più aggressivo, con riff taglienti e un cantato "feroce". Stendiamo un velo pietoso su Alesia, ruffiana e perlopiù davvero inutile dove il growl di Chrigel si mescola continuamente al cantato in clean della Murphy. Si raggiunge finalmente la fine con Tullianum e Uxellodunon, la prima è solo un intermezzo acustico, mentre la seconda è la classica canzone made in Eluveitie, non da buttare ma siamo già fuori tempo massimo. Il tutto si conclude con Epilogue, una ending che esprime la totale disfatta della tribù elvetica di fronte all'esercito invasore.

Che dire quindi di questa nuova fatica?

Come avrete potuto capire, ero molto scettico nei confronti degli Eluveitie, ma devo però ammettere che l'album appena recensito non è una mera riproposta di "Everything Remains as it Never Was" ma riesce a ergersi un gradino sopra per svariate ragioni: la qualità delle composizioni è migliorata, gli odiosi riff di stampo metalcore sono molto meno evidenti e i ritornelli con il cantato in clean sono solo un brutto ricordo (salvo un paio di eccezioni).
Note dolenti? Subito. Seppur gli strumenti tradizionali siano sempre presenti e non più relegati al solo ritornello, si nota come vengano suonati sempre allo stesso modo, inecepibile per l'amor del cielo, ma suonati quasi in modo automatico, senza originalità ne fantasia. Inoltre 50 minuti e passa di musica per un disco Death Metal sembrano davvero eccesivi, con la conseguenza che l'ascoltatore comincerà a trovare noiose le ultime parti seppur non siano prorpio da buttare.
Per il resto è la solita roba Death Metal di stampo DT e In Flames, con l'aggiunta degli strumenti tradizionali, quali cornamuse, archi, flauti, ghironde..se siete sazi del genere girate altrove. Se non ne avete abbastanza, invece, Helvetios non è tutto sommato un disco mal riuscito.

Elenco tracce e video

01   The Siege (02:44)

02   Meet the Enemy (03:46)

03   Luxtos (03:55)

04   Alesia (03:58)

05   Uxellodunon (03:51)

06   A Rose for Epona (04:26)

07   Havoc (04:04)

08   Tullianum (00:24)

09   Scorched Earth (04:18)

10   Santonian Shores (03:58)

11   Neverland (03:42)

12   Hope (02:27)

13   Helvetios (04:00)

14   Prologue (01:24)

15   The Uprising (03:41)

16   Epilogue (03:14)

17   A Rose for Epona (acoustic version) (03:49)

18   Home (05:16)

Carico i commenti...  con calma