Eluvium è la poesia di un istante

Facile perdersi nei meandri della musica complessa: è d'altronde normale, poiché suole darci più stimoli, inebriarci, riempire l'orecchio di tutti i suoni possibili. Ci illude di trovare una soddisfazione duratura, ma che purtroppo svanisce in men che non si dica. Come tutte.
E d'altronde, abbandonarsi a questa musica spiazza. Perché è nuda. E' la tanto ricercata "descrizione di un attimo".

Un ricordo accidentale in caso di morte. Poche immagini hanno la stessa potenza espressiva, la stessa fugacità. E con questo disco è facile immaginarlo, il momento. Perché è un disco breve. Eluvium non raggiungerà mai più un tale obiettivo, poiché il dilungarsi (ogni tanto) lo penalizza.
Purtroppo, gli istanti hanno il difetto di morire in fretta. Per questo motivo avete sotto mano una dilatazione di quell'istante, che rimarrà ugualmente breve. Quando arrivate alla fine, non siate tristi perché si è già concluso. Ciò che conta è viverlo. E più tardi, se ne avrete la forza, riviverlo.

Non piangete. Immaginate di morire dopo averlo assaporato. Immobili, guardatevi dentro.  Capirete che la morte vi spoglia, ma conserva il vostro ricordo intatto. E' il ricordo che vorreste portare con voi per sempre. E così sia.

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