Dopo l'interessantissima prova offerta col debutto "Heathenreel", finalmente gli Elvenking rilasciano l'atteso secondo album "Wyrd", sempre all'insegna dell'originale mix tra folk e power metal, a cavallo tra gli eroi Skyclad e la classica scuola power europea. Ripetere l'exploit del debut non era certo facile, anche considerando la perdita del carismatico singer Damnagoras (qui degnamente rimpiazzato dal nuovo Kleid) ma si può tranquillamente affermare che il gruppo ha saputo superarsi. Stacchi acustici, flauti, violini, interventi di voci femminili, pure qualche occasionale passaggio in growl da parte del chitarrista Jarpen; sono gli ingredienti alla base della gustosa ricetta di "Wyrd".
Tocca alla squisita intro "The Loser's Ball" di introdurci nel nuovo lavoro, immergendoci nella magica atmosfera medioevale che ci accompagnerà per tutta la durata dell'album. Il livello medio è piuttosto alto ed indicare le tracce migliori è impresa ardua; il gruppo si esprime in maniera convincente sia nei momenti più folk-oriented (come "The Silk Dilemma", "Moonchariot", "The Perpetual Knot") così come nei frangenti più aggressivi e metallici dove la sezione ritmica e le chitarre aumentano il tiro ("Disappearing Sands", "Midnight Circus").
Gli Elvenking già al secondo disco dimostrano una notevole maturità stilistica e compositiva e ne danno ampia prova lungo le 11 tracce dell'album (9 più 2 bonus per la precisione, almeno nella limited edition in mio possesso), mettendo clamorosamente in evidenza il proprio talento in quello che probabilmente è l'apice dell'album, ossia la traccia posta in chiusura, la lunga ed avvincente "A Poem For The Firmament", 12 minuti ricchi di variazioni ma sempre ben focalizzati, un vero e proprio concentrato della concezione musicale di questi ragazzi.
Dopo "Heathenreel" erano attesi al varco e si sono presentati all'appuntamento del secondo album in grande spolvero. Una prova di classe da parte di una band che riesce a distinguersi brillantemente, nella scena italiana e non solo.
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