Il 22  Marzo 1976 la RCA pubblicava "The Sun Sessions", un album contenente quasi tutti i brani che Elvis Presley aveva inciso, fra il Luglio 1954 ed il Luglio 1955, presso i "Sun Studios" di Sam Phillips, a Memphis - Tennessee -
Si trattava di un eccezionale documento sonoro che, per la prima volta, riportava organicamente in un unico disco le incisioni del giovane Elvis.

Tutto era iniziato nel 1954, e più precisamente la sera del 5 Luglio....

"Se trovassi un bianco capace di cantare con l'anima di un nero, potrei diventare milionario"
 
Sam Phillips era piuttosto conosciuto a Memphis per via del suo studio di registrazione che dava l'opportunità a tutti, soprattutto ad artisti neri, di incidere i propri brani.
Inutile dire che nel Sud ancora razzista del dopoguerra gli "amici dei negri" non erano certo ben visti. Phillips, che non aveva alcun pregiudizio verso le persone di colore, era un grande cultore del rhythm and blues (che allora cominciava a contaminare il folk bianco) e aspirava a far uscire la musica nera dal ghetto, per renderla accettabile anche al vasto pubblico bianco.
Sognava davvero di realizzare un'integrazione musicale per contribuire a sconfiggere la segregazione razziale.
Nel 1950 aveva creato la piccola "Sun Records", l'unica etichetta, a quei tempi, che produceva dischi di solo "rock'n'roll", poiché, pioniere nel suo genere, aveva compreso lo spirito di quella musica meglio di qualunque altro.
La sua costante ricerca di giovani talenti (scoprirà e lancerà molti artisti tra i quali: Carl Perkins, Johnny Cash, Jerry Lee Lewis, Roy Orbison, B.B. King, Rufus Thomas) e la sete di nuove sonorità di fatto lo porteranno a codificare il "rockabilly", quello classico, ossia un'eccitante miscela di rhythm and blues e hillbilly (termine oramai desueto che identificava il folk dei bianchi americani). 

"Un giorno, un giovane camionista di Memphis, passò casualmente davanti allo studio d'incisione "Sun" e decise di registrare un disco da regalare alla madre in occasione del suo compleanno. Il titolare dello studio, Sam Phillips, rimase talmente colpito dalla sua voce che lo mise subito sotto contratto: così nacque un mito"

Questo racconta la leggenda, ma le leggende, si sa, sono fatte per eccitare la fantasia popolare.

In realtà il giovane Presley desiderava registrare un disco da diverso tempo, poiché era convinto, a ragione, di aver qualcosa da dire, di possedere uno stile originale.
Come Phillips era affascinato dalla musica nera (in particolare dal Gospel) e come lui non aveva pregiudizi di sorta, ma, quando finalmente ebbe il coraggio di recarsi ai "Sun Studios" per incidere alcuni brani, rimase piuttosto deluso dalla tiepida reazione di Phillips.
In effetti, passarono sette/otto mesi prima che il produttore, ricordandosi di quel giovane, prendesse in considerazione l'idea di contattarlo: riascoltandolo, aveva sentito qualcosa nel suo modo di cantare che, inspiegabilmente, lo attraeva.
Perciò decise di chiamare due musicisti che conosceva bene, il chitarrista Scotty Moore ed il contrabbassista Bill Black, per vedere cosa sarebbe successo.

...la sera del 5 luglio del 1954 durante una sessione d'incisione, dopo aver provato per ore senza gran costrutto, Elvis improvvisamente iniziò a suonare ed a cantare, in modo convulso, un vecchio blues di Arthur "Big Boy" Crudup, intitolato "That's All Right (Mama)", agitandosi contemporaneamente, come morso da una tarantola e istintivamente seguito a ruota da Moore e da Black: a quel punto Sam Phillips capì di aver trovato l'anima gemella.
"That's All Right (Mama)" era interpretata con uno stile assolutamente personale: i toni acuti e serrati si amalgamavano perfettamente con la ritmica, il modo di cantare era fresco, esuberante, persino sfrontato.
Il tutto era sottolineato da un'enfasi mai udita prima e soprattutto veniva proposto con una sicurezza ed un piglio assolutamente inusuali per un cantante bianco.

Cos'era, rhythm and blues? hillbilly? rock'n'roll? rockabilly? Pop? Non lo sapevano, però era qualcosa di nuovo : "The Sun Sessions" è uno degli album più frizzanti del rock e sublima magicamente le aspettative di un'epoca.

In queste incisioni,"The Hillbilly Cat" (com'era allora chiamato Presley), dà il meglio di se.
Il suo stile, seppur acerbo, è incredibilmente versatile e riesce ad esprimere tutta l'energia e l'eccitazione della generazione del dopoguerra.
Il suo tono vocale passa, con assoluta naturalezza, da stati d'intensa drammaticità a momenti di rilassata quiete.
Basta ascoltare brani come "Tryin' To Get To You", "Just Because", "Mystery Train" oppure la già citata "That's All Right (Mama)" per rendersene conto.
Elvis, e la band, strapazzano e trasformano con naturalezza classici come: "Blue Moon Of Kentucky"(un sonnecchiante walzer di Bill Monroe, che qui viene completamente stravolto), "Baby Let's Play House" e "You're A Heartbreaker", (trasformati in poderose performance "rockabilly"), "Good Rockin' Tonight" (un classico rhythm and blues del 1947 che "trattato" dalla band cambia decisamente registro), o ancora "Milkcow Blues Bolgie" con partenza lenta e accelerazione guidata dalla voce di Elvis.
Persino quando interpreta standard piuttosto convenzionali come "Blue Moon", "Harbor Lights" o "I Don't Care The Sun Don't Shine" Presley riesce a far trasparire una certa originalità.

L'incredibile sezione ritmica costituita dal contrabbasso di Bill Black e, soprattutto, dalla chitarra in stile "fingerpicking" di Scotty Moore (uno dei più grandi chitarristi del rock'n'roll) fanno il resto.

La tenacia e l'intuito di Sam Phillips, il talento di Elvis Presley e lo spirito di Scotty Moore e di Bill Black hanno creato delle vere e proprie perle musicali.

Questo è l'Elvis Presley che preferisco, assieme al periodo iniziale RCA, ossia prima di farsi trasformare, colpevolmente, in una brutta, e a volte imbarazzante, copia di se stesso.
Qui però non ci sono ancora il "Colonnello" Tom Parker, i milioni di dischi venduti, le copertine patinate, i film di Hollywood, le folle idolatranti.

Qui c'è un ragazzo con un enorme talento che stà scrivendo la storia del rock.

P.S.: Un grazie a Teenagelobotomy che ha segnalato la mancanza di questa pietra miliare del rock fra le oltre 28.000 recensioni del database.

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